Manovra economica: l’Istat rivela che oltre l’85% delle risorse va alle famiglie più abbienti

Rosita Ponti

Novembre 6, 2025

Il recente intervento di politica fiscale prevede un significativo taglio dell’Irpef, che si stima coinvolgerà oltre 14 milioni di contribuenti. Il presidente dell’Istat, Francesco Maria Chelli, ha presentato questi dati durante l’audizione tenutasi il 3 maggio 2025 di fronte alle commissioni Bilancio di Senato e Camera. Il beneficio medio annuale per contribuente si attesta attorno ai 230 euro, con circa 11 milioni di famiglie che beneficeranno di un importo medio di 276 euro. Questa misura, sebbene utile, risulta concentrata principalmente nelle tasche delle famiglie più abbienti, con oltre l’85% delle risorse destinate al quintile più ricco della distribuzione del reddito.

Analisi del taglio dell’irpef

Il taglio dell’Irpef, come evidenziato da Chelli, mostra una distribuzione diseguale dei benefici. Le famiglie del quintile più ricco sono le principali beneficiarie, con oltre il 90% di esse che riceverà vantaggi dall’intervento. Il guadagno medio varia notevolmente: si stima che le famiglie del primo quintile riceveranno 102 euro in media, mentre quelle del quinto quintile beneficeranno di 411 euro. Per tutte le classi di reddito, il beneficio rappresenta una variazione inferiore all’1% sul reddito familiare, evidenziando come l’intervento non incida significativamente sulle finanze delle famiglie a reddito medio.

Bonus mamme e il suo impatto

Il bonus mamme, previsto dalla manovra, interesserà circa 865 mila lavoratrici, corrispondenti a un quarto delle lavoratrici con figli, pari a 3,5 milioni. Il beneficio medio annuale per ciascuna lavoratrice sarà di quasi 660 euro, per un costo complessivo di circa 570 milioni di euro. Le simulazioni dell’Istat indicano che il 3,2% delle famiglie residenti beneficerà di questa misura, con un impatto medio sui redditi familiari pari al 2,7%. La distribuzione del beneficio si concentra maggiormente sulle famiglie dei quinti centrali della distribuzione del reddito, evidenziando una disparità nell’accesso alle risorse economiche.

Retribuzioni reali e potere d’acquisto

Secondo i dati presentati, le retribuzioni contrattuali lorde in termini reali risultano ancora inferiori di oltre l’8% rispetto ai livelli di gennaio 2021. Nonostante un’accelerazione nella crescita delle retribuzioni iniziata nella seconda metà del 2023, il potere d’acquisto continua a risentire dell’aumento dei prezzi registrato nel biennio 2022-2023. La manovra prevede un’imposta sostitutiva sui redditi da lavoro nel 2026, applicabile ai dipendenti del settore privato con redditi inferiori ai 28 mila euro. Questa misura mira a incentivare la chiusura delle trattative contrattuali e a migliorare la retribuzione netta dei lavoratori.

Critiche alla manovra fiscale

Antonio Misiani, responsabile economia del Partito Democratico, ha criticato il taglio dell’Irpef, definendolo modesto e mal congegnato. Secondo Misiani, l’85% delle risorse destinate al taglio va a favore delle famiglie più ricche, lasciando indietro il ceto medio. La proposta di estendere lo sgravio ai redditi fino a 200 mila euro rischia di disperdere le risorse disponibili, non apportando reali benefici alle famiglie a reddito medio, già colpite dalla perdita di potere d’acquisto.

Modifiche all’isee e benefici per le famiglie

Le modifiche al calcolo dell’Isee comporteranno un beneficio medio annuo di 145 euro per circa 2,3 milioni di famiglie, rappresentando l’8,6% del totale delle famiglie residenti. Il presidente dell’Istat ha evidenziato che il beneficio medio è più elevato per le famiglie più povere, ma queste rappresentano una quota esigua delle famiglie avvantaggiate dalla norma, poiché già soddisfano i requisiti di accesso. La maggior parte delle famiglie beneficiarie si colloca nei quinti centrali della distribuzione del reddito, dimostrando come le modifiche all’Isee possano avere un impatto significativo su una parte limitata della popolazione.

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