Cancro e lavoro: il 16% dei malati abbandona l’impiego dopo la diagnosi

Rosita Ponti

Novembre 7, 2025

Il lavoro può trasformarsi in un miraggio e i costi legati alla malattia possono gravare pesantemente su intere famiglie. In Italia, il 16% delle donne e il 15% degli uomini diagnosticati con un tumore si trova costretto ad abbandonare il lavoro a causa della malattia. Ogni paziente oncologico affronta una spesa media annuale superiore a 1.800 euro per coprire costi che includono trasporti verso i centri di cura, farmaci supplementari, integratori e visite specialistiche. Inoltre, le spese quotidiane, come quelle per parrucche e reggiseni post-operatori per le donne affette da tumore al seno, possono rendere la situazione economica insostenibile.

Dati emersi dal congresso

Questi dati sono emersi durante il congresso nazionale dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica (Aiom), che ha avuto inizio il 2 aprile 2025 a Roma. In questa occasione è stato presentato il primo strumento al mondo capace di analizzare le cause della cosiddetta tossicità finanziaria, ovvero la crisi economica che colpisce i pazienti oncologici. Si tratta di Proffit (Patient Reported Outcome for Fighting Financial Toxicity), un questionario che, come evidenziato in uno studio pubblicato sul Journal of Cancer Policy, misura l’impatto economico della malattia in un sistema sanitario pubblico.

Problemi economici e mortalità

Francesco Perrone, presidente dell’Aiom, ha spiegato che, in un’indagine su 3.760 pazienti oncologici in Italia, il 26% ha riportato problemi economici al momento della diagnosi, mentre il 22,5% ha visto aggravarsi la propria situazione durante il trattamento. Inoltre, coloro che affrontano difficoltà finanziarie hanno un rischio di mortalità superiore del 20% nei mesi e negli anni successivi alla diagnosi. Negli Stati Uniti, dove le assicurazioni coprono l’80% delle spese sanitarie, è considerato normale che i pazienti oncologici affrontino problemi economici. Massimo Di Maio, presidente eletto dell’Aiom, ha sottolineato che negli Usa il rischio di morte per chi si trova in difficoltà economica è circa dell’80% più elevato. In Italia e in altri Paesi con sistemi sanitari universalistici, questa situazione non dovrebbe ripetersi.

Differenze territoriali

Proffit ha messo in evidenza anche significative differenze territoriali, come sottolineato da Laura Arenare, biostatistica dell’Istituto Tumori Pascale di Napoli, che ha evidenziato come i pazienti oncologici nelle Regioni meridionali affrontino maggiori difficoltà economiche.

Statistiche e cause della tossicità finanziaria

Secondo i dati del 2024, in Italia sono state registrate 390.100 nuove diagnosi di tumore. Il numero di persone che vivono dopo una diagnosi oncologica è in costante aumento, passando dai 3,7 milioni nel 2024 a una previsione di oltre 4 milioni entro il 2030. Tuttavia, la tossicità finanziaria non è attribuibile solo alla perdita di reddito. I questionari di Proffit hanno rivelato che le cause possono essere suddivise in tre macroaree. La prima riguarda la capacità del Servizio Sanitario Nazionale (Ssn) di gestire i pazienti, una questione che potrebbe essere affrontata rendendo operative le Reti Oncologiche Regionali, attualmente attive solo in circa la metà delle Regioni. La seconda causa di tossicità finanziaria è la distanza tra il domicilio e il luogo di cura, con conseguenti spese per i trasporti. Infine, la terza causa è rappresentata dalle spese non coperte dal Ssn, come farmaci supplementari, integratori e visite specialistiche dopo la diagnosi.

Impatto delle spese non coperte

Elisabetta Iannelli, segretaria della Federazione Italiana delle Associazioni di Volontariato in Oncologia (Favo), ha evidenziato che tali spese possono avere un impatto significativo. Sebbene il sistema garantisca l’accesso ai farmaci anticancro, prestazioni come fisioterapia, chirurgia ricostruttiva e cure odontoiatriche non sono incluse. Anche protesi e ausili essenziali, come parrucche e reggiseni post-operatori per le donne operate di tumore al seno, restano a carico delle pazienti. Riconoscere il ritorno alla vita dopo il cancro implica considerare anche queste problematiche. La sostenibilità economica della vita quotidiana è fondamentale per garantire una vera guarigione, altrimenti, come ha concluso Iannelli, una vittoria clinica rischia di trasformarsi in una sconfitta sociale.

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