L’Italia si colloca tra i Paesi con il più alto consumo di contenuti pornografici online. Secondo i dati recenti forniti da una delle principali piattaforme del settore, il nostro Paese occupa l’ottavo posto mondiale per numero di visite e il quinto per durata media di permanenza sui siti. Un fenomeno che solleva interrogativi, soprattutto considerando l’impatto sui giovani.
La ricerca di Skuola.net: un consumo preoccupante tra i giovani
Un’indagine condotta da Skuola.net ha rivelato che circa il 40% dei ragazzi di età compresa tra i 10 e i 25 anni accede regolarmente a contenuti per adulti. Se per gli adulti questo può non destare preoccupazioni, la situazione è ben diversa per i minorenni, che si trovano a contatto con materiali esplicitamente vietati. La ricerca ha evidenziato come il fenomeno sia presente anche tra gli 11-13enni, con un terzo di loro che si dichiara consumatore abituale. Tra i 14 e i 18 anni, la percentuale sale a due terzi, segnalando un allarmante aumento della fruizione di contenuti pornografici tra i più giovani.
Questa situazione ha portato l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (Agcom) a prendere provvedimenti. Infatti, dal 12 novembre 2025 entrerà in vigore una nuova normativa che richiede la verifica dell’età per accedere ai principali portali pornografici. Non si tratta solo di pornografia, ma di tutti quei contenuti che possono influenzare negativamente la crescita dei giovani. La rete ha un ruolo cruciale nel plasmare l’immaginario collettivo, e il legame tra ciò che si osserva online e i comportamenti reali è sempre più evidente, soprattutto in relazione alla violenza.
La fruizione dei contenuti: un fenomeno in crescita
La fruizione di contenuti pornografici non è più un’esclusiva maschile. Oggi, il 21% dei ragazzi ammette di accedervi “spesso”, mentre un altro 21% lo fa “ogni tanto”. Anche le ragazze non sono molto distanti, segnalando un cambiamento nelle abitudini di consumo.
Un dato preoccupante emerge riguardo alla percezione dei rapporti di genere: tra i ragazzi, il 33% non considera la pornografia come un fattore che contribuisce alla strumentalizzazione della donna, mentre tra le ragazze la percentuale scende al 17%. Questo indica una distorsione nei valori e nel rispetto reciproco, come confermato anche da un’indagine condotta tra gli adulti, in cui il 41% ritiene che la pornografia trasformi la donna in un oggetto. Solo il 17% nega ogni collegamento tra pornografia e violenza.
Il tempo di permanenza sui siti e l’utenza
Riguardo al tempo di permanenza sui siti pornografici, l’Italia si colloca nella top 5 mondiale, con una media di 10 minuti e 23 secondi per visita. Il pubblico è prevalentemente giovane: il 27% degli utenti ha tra i 18 e i 24 anni, mentre il 24% è compreso tra i 25 e i 34 anni. Lo smartphone rappresenta il principale dispositivo di accesso, utilizzato nel 90% dei casi, ma ci sono anche modalità curiose, come l’accesso tramite console di gioco, con il 60% degli accessi da PlayStation 5 e il 35% da PlayStation 4.
La presenza femminile nel consumo di pornografia è in crescita, con quasi un terzo degli accessi (29%) effettuati da donne, rispetto al 71% degli uomini. Questo cambiamento è significativo, considerando che nel 2015 solo il 24% degli utenti era donna. Le nuove normative sull’identificazione degli utenti potrebbero avere un impatto su queste abitudini, ma resta da vedere quanti saranno disposti a conformarsi. Molti utenti potrebbero rifiutarsi di fornire i propri dati anagrafici, nonostante le garanzie di anonimato offerte dal sistema di certificazione dell’età.
