Shutdown negli Stati Uniti: cancellati centinaia di voli nazionali con disagi e ritardi

Veronica Robinson

Novembre 7, 2025

Le conseguenze dello shutdown negli Stati Uniti iniziano a manifestarsi in modo sempre più evidente. A partire da oggi, l’amministrazione Trump ha deciso di ridurre del 4% i voli in 40 aeroporti a livello nazionale. Se la situazione di blocco dovesse continuare, si prevede un incremento della riduzione fino al 10% entro il prossimo venerdì. Questa misura, che colpisce direttamente milioni di americani programmati per volare nel mese di novembre, è stata imposta dalla Federal Aviation Administration.

La crisi attuale ha portato a una situazione critica per decine di migliaia di controllori di volo, personale di sicurezza aeroportuale e altri lavoratori, i quali si trovano senza stipendio. Ieri, i dati forniti da FlightAware hanno rivelato che oltre 6.400 voli statunitensi hanno subito ritardi, con circa 200 cancellazioni. I passeggeri, nel frattempo, hanno dovuto affrontare lunghe attese ai varchi di sicurezza, aggravando ulteriormente la situazione.

Compagnie aeree in difficoltà

Diverse compagnie aeree di rilevanza nazionale hanno già cancellato preventivamente centinaia di voli programmati per oggi e per il fine settimana. Secondo le informazioni di FlightAware, oltre 750 voli interni erano stati annullati nelle ultime 24 ore. In particolare, American Airlines ha comunicato di aver ridotto il numero totale di voli di 220 tratte. Anche Delta Airlines ha annunciato cancellazioni, con circa 170 voli programmati per oggi che non avranno luogo. La Southwest Airlines ha subito simili difficoltà, con circa 100 voli cancellati.

Un funzionario di una compagnia aerea ha descritto l’impatto delle cancellazioni come simile a quello di una giornata di maltempo, ma con la differenza che i disagi si distribuiscono su più città, piuttosto che concentrarsi in una sola area geografica.

Le ripercussioni dello shutdown

Il significato dello shutdown è chiarito dallIspi, Istituto per gli studi di politica internazionale, che sottolinea come questo comporti il congelamento del 27% della spesa pubblica federale. Senza l’approvazione dei fondi necessari per finanziare i servizi governativi, si rischia un blocco parziale di agenzie federali e dipartimenti, inclusi quelli della Difesa, oltre a musei, parchi pubblici e servizi di assistenza.

In assenza di un accordo, il Congresso si trova costretto a procedere con rifinanziamenti che mantengono i medesimi livelli di spesa dell’anno precedente. Questa situazione non è inedita e si verifica con crescente frequenza. Dal 1975 ad oggi, si sono registrati 20 shutdown, il più lungo dei quali, avvenuto durante la presidenza Trump, ha durato 34 giorni.

Recentemente, la battaglia politica ha riguardato la spesa per il muro al confine tra Stati Uniti e Messico, proposto dal presidente. Tuttavia, la situazione è degenerata quando i controllori del traffico aereo federali, costretti a lavorare senza stipendio, hanno cominciato a disertare, creando potenziali disagi al traffico aereo. LIspi avverte che eventi simili possono essere imprevedibili e, mentre le parti coinvolte sembrano pronte a uno scontro, non è chiaro quando o come si risolverà questa crisi. Gli effetti, infatti, si estendono oltre i servizi e i consumi. I mercati finanziari sono in agitazione e si teme un aumento dei tassi di interesse sui titoli di Stato, considerati più rischiosi, il che potrebbe aggravare i timori di un default entro la fine del 2025.

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