Tesla: a Musk 1000 miliardi in azioni, il compenso più elevato mai registrato

Rosita Ponti

Novembre 7, 2025

La recente assemblea degli azionisti di Tesla, tenutasi il 2 aprile 2025 ad Austin, Texas, ha visto l’approvazione del nuovo piano di remunerazione per l’amministratore delegato Elon Musk, con un consenso che ha raggiunto il 75%. Questo piano prevede un pacchetto di compenso che potrebbe arrivare a un valore straordinario di circa 1.000 miliardi di dollari, un record assoluto nella storia delle aziende.

Il piano di compenso di Musk

Il piano di remunerazione approvato dagli azionisti è strutturato in modo tale che il compenso in azioni potrebbe raggiungere il valore di 1.000 miliardi di dollari nel corso del prossimo decennio. Tuttavia, il valore netto, al netto dell’incremento azionario, è stimato attorno ai 878 miliardi di dollari. Elon Musk non percepirà uno stipendio né bonus in denaro, ma avrà l’opportunità di acquisire una quota azionaria che gli consentirà di raddoppiare la sua partecipazione in Tesla fino a quasi il 29%. Questo aumento della sua partecipazione è visto da Musk come essenziale per guidare l’azienda verso una trasformazione in un leader nel campo della robotica e dell’intelligenza artificiale.

Il piano prevede l’assegnazione delle azioni in dodici tranche, con l’obiettivo di raggiungere specifici traguardi operativi e finanziari. Tra gli obiettivi principali figurano una capitalizzazione di mercato di 8.500 miliardi di dollari, la consegna di 20 milioni di veicoli elettrici, e l’implementazione di 1 milione di robotaxi e 1 milione di robot umanoidi Optimus. L’approvazione del piano include anche il permesso per Tesla di investire in xAI, la startup di intelligenza artificiale fondata da Musk, un passo che rafforza ulteriormente l’integrazione tra le sue aziende.

Le controversie e le minacce di Musk

La decisione di approvare il pacchetto retributivo non è stata priva di polemiche. Molti investitori hanno espresso preoccupazioni riguardo alla gestione e alle scelte politiche di Musk, ritenendo che queste ultime possano aver danneggiato il marchio Tesla a livello globale. Tuttavia, gli azionisti si sono trovati di fronte a un aut aut di Musk, il quale ha minacciato di dimettersi dalla sua carica se il pacchetto di compenso non fosse stato approvato.

Questa situazione ha posto il consiglio di amministrazione e gli investitori di fronte a un dilemma cruciale: accettare il pacchetto o rischiare di perdere una figura considerata fondamentale per la visione dell’azienda. Le eventuali dimissioni di Musk avrebbero potuto provocare un crollo del valore azionario, spingendo gli azionisti a prendere una decisione rapida.

Divisioni tra gli investitori

La votazione ha evidenziato una netta divisione tra gli investitori. Da una parte, i sostenitori del pacchetto, tra cui piccoli azionisti e grandi fondi di investimento come BlackRock e Vanguard, hanno considerato l’approvazione come un male necessario, vista la possibilità che il rifiuto potesse portare Musk a lasciare la direzione di Tesla. Per questi investitori, il rischio di perdere il CEO superava le preoccupazioni legate all’elevato compenso e alla diluizione delle azioni.

Dall’altra parte, una significativa porzione del panorama finanziario ha sollevato forti obiezioni. Tra i contrari si annoverano importanti attori globali come il fondo sovrano norvegese e il fondo pensione pubblico statunitense CalPERS, insieme a società di consulenza influenti come Glass Lewis e Institutional Shareholder Services (ISS). Questi critici hanno definito il pacchetto sconsiderato, affermando che l’ammontare fosse sproporzionato rispetto a qualsiasi risultato storico dell’azienda e che un compenso così elevato potesse minacciare il valore per gli azionisti a causa della diluizione eccessiva. Le preoccupazioni sulla governance sono state amplificate dal comportamento di Musk e dalla sua retorica politica, che ha avuto un impatto negativo sull’immagine del marchio Tesla in alcuni mercati, come dimostrano i cali di vendite in Germania.

Nonostante le forti opposizioni, la minaccia di un possibile addio di Musk e la sua influenza tra i piccoli azionisti hanno prevalso, portando all’approvazione del piano di remunerazione.

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