Landini: “Il governo deve tutelare i diritti dei lavoratori e lo sciopero generale”

Rosita Ponti

Novembre 8, 2025

Il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, ha ribadito la fermezza del sindacato riguardo allo sciopero generale previsto per il 12 dicembre 2025. In una dichiarazione rilasciata in risposta alle posizioni del governo, Landini ha affermato: “Noi non cambiamo giorno dello sciopero, cambino loro la manovra”. L’obiettivo principale di questa mobilitazione è promuovere un cambiamento significativo nella vita dei lavoratori, sottolineando che il sindacato non proclama scioperi per motivi personali, ma per garantire che chi lavora possa vivere dignitosamente.

Le ragioni della protesta

Landini ha delineato le ragioni alla base della protesta, evidenziando la necessità di aumentare i salari e di investire in settori cruciali come la sanità e l’istruzione. Ha messo in evidenza l’urgenza di ripristinare la giustizia sociale e l’uguaglianza, elementi che, a suo avviso, sono stati gravemente compromessi nel Paese. “Chi non ha mai scioperato potrebbe faticare a comprendere la gravità della situazione – ha commentato –: quando si decide di scioperare, si rinuncia a un salario. Come affermava don Milani, lo sciopero è il più grande atto di solidarietà, non si agisce solo per se stessi, ma per migliorare le condizioni di tutti”.

Il diritto di sciopero

Il leader sindacale ha richiamato l’attenzione sul fatto che il diritto di sciopero è garantito dalla Costituzione italiana. Ha ricordato come, durante il regime fascista, il primo atto di repressione fosse stato il divieto di scioperare, così come la distruzione delle sedi sindacali e l’annientamento di un sindacato democratico e autonomo. Oggi, ha avvertito, questo diritto è nuovamente messo in discussione.

Disponibilità al dialogo

In risposta a dichiarazioni provenienti da esponenti della maggioranza, secondo cui la Cgil non firmerebbe contratti per motivi politici, Landini ha chiarito che il sindacato è sempre disponibile al dialogo. Ha partecipato agli incontri con il governo riguardanti la manovra economica, ma ha evidenziato che non è mai stata avviata una vera trattativa. Nei settori pubblici, ha spiegato, la piattaforma unitaria dei sindacati ha chiesto un adeguamento dei salari per tutelare il potere d’acquisto, ma la risposta è stata un’imposizione che limitava gli aumenti salariali a un massimo del 5,97%. “Non si è trattato di un negoziato, ma di una proposta unilaterale rivolta alle organizzazioni sindacali. Questo non ha nulla a che fare con una vera trattativa”, ha concluso Landini.

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