Il noto colosso dell’e-commerce Shein ha evitato, almeno per il momento, la sospensione della sua piattaforma in Francia. Il governo francese ha comunicato che l’azienda non offre più “alcun prodotto vietato” online, ma rimane sotto attenta osservazione da parte delle autorità statali. Questa situazione è stata confermata in una nota ufficiale del governo, che ha definito la questione come una “vittoria fondamentale per la protezione dei consumatori e l’ordine pubblico”. Tuttavia, i procedimenti legali nei confronti di Shein proseguono, con l’annuncio di ulteriori azioni legali contro altre piattaforme accusate di vendere “prodotti illeciti”.
Il Ministero dell’Interno francese ha ufficialmente coinvolto il tribunale di Parigi, in seguito a una segnalazione della Direzione generale per la concorrenza, il consumo e la repressione delle frodi. La nota del governo evidenzia che sono in corso quattro indagini affidate alla procura di Parigi riguardo alla vendita di bambole a carattere pedopornografico. La dogana continua a monitorare i prodotti e qualsiasi caso di frode identificato porterà a sanzioni. Inoltre, la Francia ha inviato una richiesta di indagine alla Commissione Europea, la quale ha riconosciuto la gravità della situazione.
Le fasi della controversia
Shein, la piattaforma asiatica di vendita online, ha rischiato una sospensione a causa della scoperta di bambole gonfiabili con sembianze infantili e armi di categoria A sul suo sito. In risposta alle preoccupazioni espresse, l’azienda, con sede a Singapore ma fondata in Cina, ha deciso di sospendere “temporaneamente” le vendite effettuate sul suo sito francese da venditori terzi e le vendite di prodotti non legati all’abbigliamento. Il presidente esecutivo di Shein, Donald Tang, ha inviato una lettera al Ministro del Commercio francese, Serge Papin, esprimendo l’impegno dell’azienda a “rispettare tutte le leggi francesi” e proponendo un incontro per discutere la situazione.
L’Unione Europea ha manifestato il suo sostegno alle preoccupazioni francesi riguardo ai prodotti illegali in vendita sulla piattaforma Shein, assicurando che prenderà la questione “molto seriamente” e che non esiterà ad agire contro l’azienda, se necessario.
Il dialogo con le autorità cinesi
Durante una visita a Shanghai per una fiera dell’import, l’ex Ministro del Commercio Nicolas Forissier ha comunicato direttamente la posizione della Francia al Vice Ministro del Commercio, Ling Ji. Forissier ha sottolineato l’importanza di informare le autorità cinesi riguardo alle problematiche legate ai prodotti inaccettabili presenti sulla piattaforma Shein, evidenziando che queste situazioni possono generare reazioni emotive forti. L’incontro è stato considerato positivo, con il ministro francese convinto che il funzionario cinese abbia compreso appieno le preoccupazioni espresse.
Il ministro ha ribadito che Shein deve garantire la sicurezza dei suoi prodotti e la protezione dei minori, affermando la necessità di un impegno concreto da parte dell’azienda. Un portavoce del Ministero degli Affari Esteri cinese ha scelto di non commentare specificamente la questione, ma ha affermato che il governo cinese richiede sempre alle aziende di rispettare le leggi e i regolamenti, assumendosi le proprie responsabilità sociali.
Le possibili conseguenze per Shein in Francia
La prima conseguenza per Shein potrebbe derivare dal Codice del consumo, che consente di rimuovere un sito dall’elenco, limitare l’accesso o addirittura bloccare un nome di dominio per un massimo di tre mesi, con la possibilità di un rinnovo. Se le violazioni persistono, si potrebbe arrivare a un provvedimento di cancellazione o trasferimento del nome di dominio all’autorità competente.
Un’altra possibilità è legata alla legge sulla fiducia nell’economia digitale. Il Ministro dell’Interno, Laurent Nuñez, ha avviato una causa per chiedere il blocco del sito web, con un rinvio accelerato al presidente del tribunale di Parigi. Ciò potrebbe portare a una decisione del tribunale entro pochi giorni.
Infine, l’Unione Europea potrebbe intervenire, portando a sanzioni pecuniarie o a un divieto. La Ministra Delegata francese per gli Affari Digitali, Anne Le Hénanff, ha in programma un incontro con la Vicepresidente della Commissione Europea per gli Affari Digitali, Henna Virkkunen, per discutere ulteriormente la situazione.
