Un medico di base operante nella provincia di Trento è stato arrestato a seguito di un’inchiesta condotta dai Carabinieri del Nas. L’operazione ha rivelato una serie di circoncisioni effettuate su bambini di origine straniera all’interno di un ambulatorio sprovvisto di autorizzazioni sanitarie e con gravi carenze igieniche. Le indagini hanno accertato che dal 2022, almeno quaranta minori, alcuni provenienti anche da altre regioni, sono stati sottoposti a interventi chirurgici in condizioni assolutamente inadeguate.
Interventi di circoncisione in un ambulatorio non autorizzato
Il professionista, che esercitava come medico di medicina generale nella provincia di Trento, utilizzava il proprio ambulatorio per eseguire interventi di circoncisione senza alcuna autorizzazione. Durante le operazioni di controllo, i carabinieri hanno trovato all’interno dei locali un lettino con cinghie contenitive, un bisturi elettrico, confezioni di anestetici locali e benzodiazepine, oltre a un biglietto da visita che pubblicizzava i servizi di circoncisione.
L’inchiesta, coordinata dalla Procura distrettuale di Trento, è scattata a seguito di segnalazioni riguardanti complicazioni mediche occorse a diversi bambini dopo le operazioni. Gli investigatori del Nas hanno ricostruito la rete di interventi effettuati negli ultimi tre anni, scoprendo che il medico riceveva pazienti anche da fuori regione. Le prove raccolte hanno portato all’emissione di un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari e al sequestro dell’ambulatorio.
Interventi inadeguati e ricoveri d’emergenza
Le modalità di esecuzione degli interventi sono state giudicate assolutamente inadeguate. In diversi casi, i bambini hanno dovuto ricorrere alle cure del pronto soccorso. Un minore è stato ricoverato per intossicazione da benzodiazepine, somministrate dal medico in dosi eccessive per sedarlo durante l’intervento. Le indagini hanno anche rivelato che il professionista si faceva assistere dai propri figli, privi di qualsiasi titolo abilitativo, durante alcune operazioni. In particolare, il figlio maggiorenne è stato denunciato per esercizio abusivo della professione sanitaria.
L’operazione ha sollevato interrogativi sulla sicurezza degli interventi chirurgici eseguiti in contesti non autorizzati e ha messo in luce la necessità di un controllo più rigoroso su pratiche mediche potenzialmente pericolose. La comunità locale attende ora ulteriori sviluppi da parte delle autorità competenti, mentre il caso continua a far discutere per la gravità delle accuse e le implicazioni etiche legate alla salute dei minori coinvolti.
