Una famiglia residente nel bosco con tre figli teme di perdere la patria potestà

Rosita Ponti

Novembre 8, 2025

Una coppia anglosassone con tre figli ha scelto di vivere nel bosco in Abruzzo, abbracciando uno stile di vita in totale armonia con la natura. Questa decisione ha attirato l’attenzione della magistratura, che ora si occupa dell’affido dei bambini. La famiglia, composta da Catherine Birmingham, 45 anni, e Nathan Trevallion, 51 anni, risiede in un ex casolare nei pressi di Vasto, in provincia di Chieti, circondati da animali e silenzio.

La loro vita quotidiana è caratterizzata dall’assenza di bollette per le utenze: l’energia elettrica proviene da un pannello fotovoltaico e l’acqua è estratta da un pozzo. Questa scelta di vita, che potrebbe sembrare radicale, è stata messa in discussione a seguito di un episodio di intossicazione da funghi che ha coinvolto la famiglia. Nel mese di aprile 2025, dopo aver chiamato i soccorsi, i servizi sociali hanno effettuato un sopralluogo nell’abitazione. La mancanza di utenze e residenza ha portato a un’indagine sulla loro situazione di autosufficienza alimentare.

La reazione della magistratura

Dopo i controlli, la Procura dei minori ha avanzato la richiesta di sospensione della potestà genitoriale e di affidamento temporaneo dei tre bambini, sostenendo che la loro crescita potesse subire un “grave pregiudizio”. La decisione finale è ora nelle mani del giudice dell’Aquila, mentre i bambini rimangono sotto la custodia dei genitori, monitorati da vicino dalle autorità competenti.

Il legale della coppia, l’avvocato Giovanni Angelucci, ha dichiarato che non si tratta di un caso di violenza o degrado, ma di una famiglia economicamente indipendente che ha scelto un percorso alternativo spinto da un ideale di libertà e rispetto per l’ambiente. La coppia sostiene di garantire ai propri figli un’educazione e un accesso ai servizi sanitari adeguati, nonostante le circostanze particolari in cui vivono.

Il dibattito sull’educazione e la libertà

La situazione ha sollevato un acceso dibattito sulla libertà di scelta educativa e sul diritto dei genitori di educare i propri figli secondo i propri valori. Molti si chiedono se la scelta di vivere in modo alternativo possa realmente compromettere i diritti dei minori o se, al contrario, possa rappresentare un’opportunità per una crescita in un ambiente naturale e stimolante.

La famiglia, con i suoi tre figli – una bambina di otto anni e due gemelli di sei – continua a difendere la propria scelta, affermando di non voler scendere a compromessi. La loro vita nel bosco è stata descritta come un esempio di sostenibilità e rispetto per la natura, elementi che i genitori considerano fondamentali per lo sviluppo dei loro bambini. Mentre la questione legale si sviluppa, la coppia rimane determinata a mantenere il proprio stile di vita, in attesa di una risoluzione da parte delle autorità competenti.

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