All’aeroporto di Kathmandu, il 9 novembre 2025, sono tornati a casa cinque italiani che erano stati inizialmente considerati dispersi in Nepal. Una volta atterrati, hanno rilasciato dichiarazioni ai microfoni di RaiNews 24, affermando: “Noi non ci sentivamo dispersi, non sapevamo nulla di quello che succedeva”. La loro avventura si è svolta in un contesto di valanghe che hanno colpito la regione tra il 31 ottobre e il 3 novembre.
Gli escursionisti, privi di telefoni satellitari, avevano informato le loro famiglie che non sarebbero stati in grado di comunicare per alcuni giorni. Quando finalmente hanno ristabilito la connessione, hanno appreso dai loro cari degli eventi avversi accaduti in Nepal. “Da casa ci hanno raccontato quello che era successo, ma noi eravamo tranquillissimi, senza nessun tipo di problema”, hanno spiegato. Durante il periodo di emergenza, i cinque hanno continuato a seguire il percorso programmato, senza rendersi conto delle difficoltà che si stavano verificando attorno a loro.
Il percorso degli escursionisti
Tra il 31 ottobre e il 3 novembre, gli italiani hanno affrontato un itinerario che li ha portati a oltre 5.000 metri di altitudine. Nonostante le condizioni meteorologiche avverse, hanno riferito di non aver percepito alcun segnale di pericolo. “Camminavamo, con un tempo pessimo è vero, ma non percepivamo niente”, hanno dichiarato. Hanno aggiunto che la neve iniziava a circa 4.000 metri e che non era la prima volta che si avventuravano in quelle zone montuose.
La loro esperienza mette in luce come, in situazioni di emergenza come le valanghe, la mancanza di comunicazione possa portare a malintesi. Gli escursionisti, infatti, non hanno mai avuto l’impressione di trovarsi in grave pericolo. La loro preparazione e familiarità con l’ambiente montano hanno giocato un ruolo cruciale nel mantenere la calma durante la loro avventura.
Le conseguenze delle valanghe in Nepal
Le valanghe che hanno colpito il Nepal nel periodo indicato hanno avuto un impatto significativo sulla regione, causando preoccupazione tra le autorità locali e le famiglie degli escursionisti. Tuttavia, il gruppo di italiani ha dimostrato che, con le giuste precauzioni e una buona preparazione, è possibile affrontare anche le condizioni più difficili.
Le autorità nepalese, dopo aver ricevuto notizie di escursionisti dispersi, hanno attivato operazioni di ricerca e soccorso, ma in questo caso specifico, i cinque italiani non hanno mai realmente avuto bisogno di assistenza. La loro storia sottolinea l’importanza di un’adeguata pianificazione e comunicazione, specialmente in contesti montani dove le condizioni possono cambiare rapidamente.
Il ritorno a casa di questi escursionisti non rappresenta solo una storia di avventura, ma anche un esempio di resilienza e preparazione in un ambiente potenzialmente pericoloso.
