In Brasile inizia la Cop30, tra incertezze e aspettative dopo 10 anni dall’Accordo di Parigi

Veronica Robinson

Novembre 10, 2025

Dal 10 al 21 novembre 2025, il Brasile accoglie la 30ª Conferenza delle Parti (COP30) a Belém, nel Parà. Questo evento assume un significato particolare, poiché Belém rappresenta l’ingresso nell’Amazzonia, e coincide con il decimo anniversario dell’Accordo di Parigi, che ha impegnato le nazioni a limitare il riscaldamento globale a un massimo di due gradi Celsius. L’incontro è stato inaugurato dal presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva, il quale ha annunciato l’istituzione di un fondo per la conservazione delle foreste tropicali, supportato da oltre 50 Paesi e con un finanziamento di oltre 5 miliardi di dollari.

Inizio della conferenza ONU sul clima

La COP30 ha preso avvio oggi, a dieci anni dall’Accordo di Parigi, il quale ha visto il mondo impegnarsi a combattere il cambiamento climatico. Nonostante le buone intenzioni, gli obiettivi fissati non sono stati raggiunti, come sottolineato dal segretario generale dell’ONU, António Guterres, e dal leader britannico, Keir Starmer. L’assenza di Donald Trump, che ha abbandonato l’accordo di Parigi durante il suo mandato, non passa inosservata.

Ursula von der Leyen ha confermato l’impegno dei 27 Paesi europei, Italia inclusa, a ridurre le emissioni di gas serra del 90% entro il 2040, pur mantenendo una certa flessibilità, come nel caso dei crediti di carbonio, richiesti anche dall’Italia. Il vicepremier Antonio Tajani ha descritto questo approccio come un “giusto compromesso”, avvertendo che la transizione energetica non deve gravare eccessivamente sulle economie e sulle società.

Il contesto geopolitico presenta sfide significative. Lula ha evidenziato come la guerra in Ucraina abbia compromesso anni di progressi nel settore ambientale. Nonostante ciò, il presidente ha lanciato il fondo per la conservazione delle foreste tropicali, un’iniziativa che potrebbe rappresentare un passo avanti nella lotta contro il cambiamento climatico.

Le dichiarazioni della direttrice dell’Unicef

La direttrice dell’Unicef ha messo in evidenza che l’inquinamento atmosferico contribuisce al 15% della mortalità infantile, sottolineando la necessità di affrontare con urgenza le questioni legate alla qualità dell’aria e alla salute dei più giovani. Queste affermazioni si inseriscono nel dibattito più ampio che caratterizza la COP30, dove la salute e il benessere delle nuove generazioni sono al centro delle preoccupazioni.

Assenza di rappresentanti statunitensi di alto livello

La Casa Bianca ha confermato che gli Stati Uniti non parteciperanno con rappresentanti di alto livello alla COP30, un segnale della posizione avversa dell’amministrazione Trump nei confronti delle misure contro il cambiamento climatico, che il presidente ha definito “falsi”. Un funzionario della Casa Bianca ha dichiarato che Trump sta comunicando direttamente con i leader mondiali riguardo le questioni energetiche, sottolineando l’importanza delle partnership in questo settore.

Proteste e messaggi di speranza

A Berlino, si sono svolte spettacolari manifestazioni in risposta alla COP30, con attivisti che hanno trasformato la torre della televisione in un simbolo del pianeta in fiamme, richiamando l’attenzione sull’urgenza della crisi climatica.

Papa Leone XIV ha espresso la sua speranza che la COP30 diventi un simbolo di speranza in un mondo in crisi, evidenziando la necessità di un dialogo costruttivo e di un consenso globale per affrontare le sfide climatiche e sociali. La sua missiva è stata letta dal Segretario di Stato, cardinale Pietro Parolin, durante l’inaugurazione della conferenza a Belém.

La COP30 rappresenta un’importante occasione per i leader mondiali di confrontarsi e cercare soluzioni comuni, nonostante le difficoltà geopolitiche e le divergenze di opinioni.

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