Nel giro di meno di un decennio, l’uso di psicofarmaci tra i minori italiani è aumentato in modo significativo. Secondo il Rapporto OsMed 2024, presentato oggi a Roma dall’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa), la percentuale di bambini e adolescenti che assume tali farmaci è passata dallo 0,26% nel 2016 allo 0,57% nel 2024, corrispondente a un minore ogni 175. Parallelamente, il consumo di psicofarmaci è cresciuto da 20,6 confezioni ogni 1.000 bambini a 59,3 confezioni.
I farmaci per la salute mentale
I farmaci più frequentemente prescritti per la salute mentale includono antipsicotici, antidepressivi e farmaci per l’ADHD. L’analisi mostra un incremento delle prescrizioni con l’età , con la fascia 12-17 anni che presenta il livello di consumo più elevato, pari a 129,1 confezioni per 1.000 e un tasso di prescrizione dell’1,17% tra i ragazzi. Questa tendenza si allinea con studi epidemiologici internazionali, i quali segnalano un aumento generale dei tassi di prescrizione in tutto il mondo, in gran parte a causa delle conseguenze della pandemia.
Uso di farmaci psicotropi in Italia
L’Aifa sottolinea che, nonostante l’incremento degli ultimi anni, in parte attribuibile agli effetti dell’emergenza pandemica sulla salute mentale dei più giovani, l’uso di farmaci psicotropi in Italia rimane significativamente inferiore rispetto ad altri Paesi. Nel 2024, la prescrizione di questi medicinali nella popolazione pediatrica italiana è di 0,57%, un dato raddoppiato rispetto al 2020 (0,30%), ma ancora al di sotto di altri Stati europei come la Francia (1,61%) e quelli extra-europei come gli Stati Uniti (24,7%-26,3%).
Prescrizioni nella popolazione pediatrica
Il Rapporto evidenzia che, nel 2024, oltre la metà della popolazione pediatrica italiana, pari a 4,6 milioni di bambini e adolescenti, ha ricevuto almeno una prescrizione, con una prevalenza leggermente superiore nei maschi (51,9%) rispetto alle femmine (49,9%). Gli anti-infettivi per uso sistemico continuano a rappresentare la categoria terapeutica più consumata in età pediatrica, seguiti dai farmaci per l’apparato respiratorio e dai preparati ormonali sistemici, esclusi quelli sessuali e le insuline.
La spesa farmaceutica nel 2024 supera i 37 miliardi di euro
Nel 2024, la spesa farmaceutica in Italia ha raggiunto i 37,2 miliardi di euro, con un incremento del 2,8% rispetto all’anno precedente. Questo aumento non è attribuibile a un incremento dei consumi, che sono rimasti stabili, ma è principalmente dovuto a un numero crescente di terapie innovative e costose rimborsate dal Servizio Sanitario Nazionale. Questi dati emergono dal Rapporto OsMed 2024, presentato oggi a Roma dall’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa).
Suddivisione della spesa farmaceutica
La spesa totale è suddivisa in un 72% a carico del pubblico, pari a 26,8 miliardi di euro, con un aumento del 7,7% rispetto al 2023. Il resto, 10,2 miliardi di euro, è a carico dei cittadini, con una flessione del 4,6% rispetto all’anno precedente. La spesa pubblica continua a essere dominata dai farmaci acquistati dalle strutture sanitarie pubbliche, che ammontano a 17,8 miliardi di euro, mostrando un incremento del 10% rispetto al 2023, dovuto a un aumento sia dei consumi sia del costo medio per le giornate di terapia. La spesa territoriale, ovvero quella per i farmaci distribuiti attraverso le farmacie, si attesta a 13,7 miliardi di euro, con un aumento del 5,1% rispetto all’anno precedente.
Trend nei consumi farmaceutici
I consumi rimangono stabili, con 1.895 dosi di medicinali per 1.000 abitanti al giorno. I farmaci per il sistema cardiovascolare risultano i più consumati, mentre il primato per la spesa spetta ai farmaci antitumorali, con un totale di 8,2 miliardi di euro. Tra i trend identificati dal Rapporto, si segnala l’aumento delle terapie avanzate, con 12 rimborsate nel 2024, e dei farmaci orfani, che assorbono l’8,3% della spesa pubblica.
Consumo di antibiotici in calo, ma ancora elevato
Il consumo di antibiotici in Italia continua a destare preoccupazione, nonostante un leggero calo del 1,3% rispetto al 2023. Ogni giorno, quasi 17 cittadini ogni 1.000 fanno uso di questa categoria di farmaci, con notevoli differenze regionali. Questi dati sono riportati nel Rapporto OsMed 2024, presentato oggi a Roma dall’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa).
Differenze regionali nell’uso di antibiotici
Le regioni del Sud mostrano ancora i livelli più elevati di utilizzo, con il 43,6% della popolazione che ha assunto almeno un antibiotico nell’arco dell’anno, rispetto al 40,1% del Centro e al 30,6% del Nord. L’Aifa osserva che queste differenze evidenziano problematiche legate a prescrizioni e consumi non sempre appropriati.
Utilizzo di antibiotici tra le fasce di etÃ
L’associazione amoxicillina-acido clavulanico risulta il farmaco più utilizzato, con 6,4 dosi giornaliere ogni mille abitanti, rappresentando il 38% dell’intera categoria, seguita dalla claritromicina e dall’azitromicina. La prevalenza d’uso è più alta nei bambini fino ai 4 anni (45-47%) e negli over 85 (54-58%).
Farmaci prescritti agli anziani
Gli anziani si confermano i principali utilizzatori di farmaci, con il 97,4% di loro che ha ricevuto almeno una prescrizione nell’anno. In media, ciascun anziano assume oltre 3,4 dosi al giorno. Tra gli over 65, il 68,1% ha ricevuto prescrizioni di almeno 5 diverse sostanze, e circa un terzo ha assunto almeno 10 principi attivi diversi. Questo elevato numero di farmaci e dosi aumenta il rischio di errori e di abbandono delle terapie, mentre la scarsa aderenza alle prescrizioni mediche rappresenta una delle principali cause di inefficacia delle terapie farmacologiche.
