Uccide la fidanzata in Sardegna, Fricano torna agli arresti domiciliari per motivi di salute

Veronica Robinson

Novembre 10, 2025

Dimitri Fricano, un uomo di 38 anni, torna ai domiciliari dopo essere stato condannato a 30 anni di carcere per l’omicidio della fidanzata Erika Preti, avvenuto nel 2017 in Sardegna. La decisione è stata presa dal Tribunale di sorveglianza di Torino, che ha optato nuovamente per la misura alternativa di detenzione, già attuata nel 2023. Le motivazioni specifiche non sono state rese note, ma si ipotizza che siano legate a problemi di salute dell’imputato, in particolare all’obesità. Fricano, dopo un breve periodo di detenzione, sconterà ora la sua pena presso l’abitazione della madre a Biella.

Il delitto del 2017 a San Teodoro

Erika Preti, una giovane di 28 anni, fu assassinata a San Teodoro, nel Sassarese, durante una vacanza con il suo fidanzato, Dimitri Fricano. L’episodio si verificò nell’agosto del 2017, quando l’uomo, in preda a un raptus di rabbia, colpì la donna con numerosi fendenti all’interno dell’appartamento che la coppia aveva affittato nella frazione di Lu Fraili. La brutalità dell’atto ha suscitato indignazione e shock nell’opinione pubblica, facendo emergere la questione della violenza domestica e delle sue conseguenze tragiche.

Fricano: “Dalla lite all’omicidio”

Inizialmente, Fricano tentò di giustificare il suo gesto sostenendo che si fosse trattato di un’aggressione a scopo di rapina. Tuttavia, a un mese dall’omicidio, l’uomo confessò, ammettendo che una lite era degenerata in un omicidio. Secondo la sua ricostruzione, la discussione era iniziata a causa di un rimprovero della fidanzata per delle briciole sul tavolo, portando a insulti e, infine, a un violento scontro fisico. Questo cambio di versione ha sollevato interrogativi sulla sua responsabilità e sul contesto in cui si è consumato il delitto.

La condanna a 30 anni

Il processo che ha portato alla condanna di Fricano si è concluso con una pena di trent’anni di reclusione, confermata in via definitiva nel 2022. I giudici hanno ricostruito l’omicidio come il risultato di un’esplosione di rabbia improvvisa, escludendo l’ipotesi di legittima difesa. La sentenza ha evidenziato la gravità del gesto e la necessità di una punizione adeguata per un crimine così efferato, sottolineando l’importanza di affrontare il tema della violenza di genere.

I domiciliari due anni fa

Quando nel 2023 Fricano ottenne la misura dei domiciliari, i familiari di Erika Preti espressero immediatamente il loro profondo disagio. I genitori della vittima risiedono a pochi chilometri dall’abitazione di Fricano, situata in provincia di Biella, rendendo la situazione ancora più delicata. La vicenda ha riacceso il dibattito sulla giustizia e sulla protezione delle vittime di violenza, evidenziando la necessità di considerare le conseguenze emotive e psicologiche che tali decisioni possono avere sulle famiglie colpite da simili tragedie.

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