Nel 2025, in Italia, si stima che oltre 1,2 milioni di individui vivano con una forma di demenza, di cui circa 600.000 sono affetti dalla malattia di Alzheimer. A queste cifre si aggiungono più di 4 milioni di familiari che svolgono il ruolo di caregiver. Con l’invecchiamento della popolazione, si prevede un aumento significativo di queste statistiche nei prossimi anni. La questione che emerge è se il Paese sia realmente attrezzato per affrontare questa crescente sfida.
Presentazione dell’indagine conoscitiva
Il 12 novembre 2025, presso il Senato, è stata avviata un’indagine conoscitiva sullo stato della rete nazionale Alzheimer, grazie all’iniziativa di Guido Quintino Liris, membro della V Commissione permanente Bilancio. L’evento ha visto la partecipazione di numerosi rappresentanti istituzionali e ha come obiettivo principale quello di raccogliere dati e testimonianze per valutare l’efficacia del Servizio sanitario nazionale nella gestione dei pazienti. L’indagine si propone di orientare futuri interventi legislativi e di delineare un quadro chiaro delle azioni necessarie per integrare le terapie attualmente disponibili in altri Paesi, come Stati Uniti, Cina, Giappone e Australia, nel sistema sanitario italiano.
Obiettivi dell’iniziativa
L’iniziativa si propone di stabilire un modello di governance uniforme per ridurre le disuguaglianze e garantire un accesso tempestivo ed equo ai percorsi di diagnosi, cura e assistenza per i pazienti affetti da Alzheimer. Liris ha sottolineato: “L’Alzheimer rappresenta una delle sfide più significative del nostro tempo, non solo sul piano sanitario, ma anche sociale, economico e umano. È fondamentale un impegno collettivo per costruire una governance nazionale che assicuri equità e qualità nei percorsi di assistenza”.
Processo di audizione e aggiornamento
L’indagine prevede audizioni con vari enti, tra cui il Ministero della Salute, il Ministero dell’Università e della Ricerca, e diverse associazioni di pazienti. Questo processo avrà inizio tra gennaio e febbraio 2026. Gli organizzatori hanno evidenziato l’importanza di aggiornare il quadro di governance e di potenziare la capacità organizzativa del sistema, adottando un approccio integrato che contempli prevenzione, diagnosi precoce e accesso alle innovazioni terapeutiche.
Limiti del piano nazionale demenze
Il Piano nazionale demenze del 2014, pur rappresentando un progresso significativo, presenta oggi limiti evidenti rispetto alle attuali esigenze. Non tiene conto delle innovazioni diagnostiche e terapeutiche e delle sfide demografiche attuali. La mancanza di linee guida aggiornate ostacola la capacità dei professionisti sanitari di fornire cure adeguate. Alessandro Padovani, ex presidente della Società italiana di neurologia, ha proposto l’adozione di un modello simile a quello delle reti oncologiche, per consentire una gestione più efficace delle nuove terapie biologiche e personalizzate.
Collaborazioni tra pubblico e privato
Adele Patrini, presidente della Fondazione per la sostenibilità sociale, ha rimarcato l’importanza di un dialogo costante tra pubblico e privato per migliorare la qualità delle cure. La Fondazione funge da collegamento tra aziende e istituzioni, promuovendo un confronto costruttivo. Le collaborazioni con aziende come GE HealthCare ed Eli Lilly rappresentano un modello virtuoso di alleanza tra ricerca e innovazione.
Ruolo della diagnostica e sinergia
William Vaccani, General Manager di GE HealthCare Italia, ha evidenziato il ruolo fondamentale della diagnostica per immagini nel trattamento dei pazienti affetti da Alzheimer, mentre Federico Villa, Associate Vice President di Eli Lilly, ha sottolineato l’importanza di una diagnosi precoce per migliorare la qualità della vita dei pazienti. La sinergia tra pubblico e privato è considerata essenziale per sviluppare nuovi modelli sanitari che rendano l’innovazione terapeutica accessibile a tutti.
