Israele ha recentemente fatto un passo significativo verso l’introduzione della pena di morte per i terroristi, approvando in prima lettura una proposta di legge che prevede questa sanzione per coloro che uccidono cittadini israeliani. La decisione, presa dalla Knesset, il Parlamento israeliano, ha suscitato reazioni contrastanti, in particolare per il fatto che la legge si applicherà esclusivamente ai crimini commessi da arabi contro ebrei. Il provvedimento richiede due ulteriori voti per la sua approvazione definitiva.
Dettagli sulla proposta di legge
Il disegno di legge stabilisce che i tribunali israeliani possano infliggere la pena di morte a chi commette omicidi di matrice nazionalistica contro cittadini israeliani. Inoltre, consente ai giudici dei tribunali militari in Cisgiordania di convalidare tali condanne con una maggioranza semplice, escludendo la necessità di un consenso unanime. La normativa prevede che non ci sarà possibilità per i comandanti militari regionali di commutare le condanne a morte.
Reazioni alla legge
Il ministro della sicurezza nazionale, Itamar Ben Gvir, ha espresso il suo entusiasmo per la legge, affermando: “Siamo sulla buona strada per fare la storia”. Tuttavia, la proposta ha sollevato preoccupazioni internazionali, con Amnesty International che ha denunciato la misura come una forma di discriminazione etnica, definendola un tentativo di creare una distinzione su base etnico-nazionalista, configurandosi così come una legge di apartheid. Anche esperti delle Nazioni Unite hanno condannato l’iniziativa, definendola un passo “profondamente regressivo”.
Investimenti per la ricostruzione di Gaza
Nell’ambito della crisi in Medio Oriente, si sono verificate anche altre importanti notizie. Il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, ha annunciato un investimento di 60 milioni di euro per la ricostruzione di Gaza durante un incontro a Niagara-on-the-Lake, in Ontario, il 10 novembre 2025. Tajani ha sottolineato l’importanza del contributo italiano nella formazione della polizia palestinese e nella gestione civile della regione.
Aggressioni in Cisgiordania
In Cisgiordania, martedì scorso, coloni israeliani mascherati hanno attaccato due villaggi palestinesi, incendiando veicoli e scontrandosi con le forze di sicurezza israeliane. Questo evento fa parte di una serie di aggressioni che hanno visto un aumento della violenza da parte dei coloni contro i palestinesi, con oltre 260 attacchi registrati nel mese di ottobre, il numero più alto dal 2006.
Aiuti umanitari a Gaza
In un altro contesto, l’inviato per gli affari umanitari delle Nazioni Unite, Tom Fletcher, ha comunicato che, a un mese dall’inizio del cessate il fuoco a Gaza, oltre un milione di persone hanno ricevuto aiuti alimentari da parte delle Nazioni Unite e delle organizzazioni umanitarie collegate.
Dimissioni di un ministro israeliano
Infine, il ministro israeliano per gli Affari Strategici, Ron Dermer, ha annunciato le sue dimissioni, spiegando di aver promesso alla sua famiglia di rimanere in carica solo per due anni. Dermer, considerato un importante alleato del primo ministro Benjamin Netanyahu, continuerà a occuparsi di alcune questioni diplomatiche anche dopo la sua uscita dal governo.
Tensioni nella regione
Le tensioni nella regione continuano ad aumentare, con dichiarazioni di leader mondiali come il presidente francese Emmanuel Macron, che ha avvertito che l’Unione Europea reagirà fermamente se Israele dovesse procedere con l’annessione della Cisgiordania.
