Lo shutdown record, che ha paralizzato quasi tutte le spese federali per un periodo di 43 giorni, sta per giungere al termine. Questo sviluppo è avvenuto dopo che la Camera dei Rappresentanti ha approvato un compromesso già ratificato dal Senato, grazie anche al voto favorevole di alcuni membri del partito Democratico.
Il provvedimento in questione garantirà finanziamenti per un anno a determinati ministeri, mentre per altri la scadenza è fissata al 30 gennaio 2026. La votazione della Camera ha visto un esito di 222 a 209, con un sostegno quasi unanime da parte dei Repubblicani e una netta opposizione da parte dei Democratici. Solo sei membri del partito Democratico hanno votato a favore, mentre due Repubblicani si sono schierati con l’opposizione.
Le ragioni del blocco
Il motivo principale di questo blocco è stato l’incapacità del Congresso di approvare il bilancio federale per l’anno fiscale 2026 entro la scadenza del 30 settembre 2025. A differenza di shutdown precedenti, dove il dibattito si concentrava spesso sulla costruzione di un muro al confine, in questo caso la situazione di stallo è stata causata da una profonda divisione politica e ideologica tra Repubblicani e Democratici. Le divergenze si sono accentuate in particolare su questioni di spesa, come i sussidi sanitari. I Democratici hanno richiesto il ripristino o la proroga dei sussidi legati all’Obamacare, oltre alla cancellazione dei tagli a Medicaid e ad altri programmi sanitari essenziali.
Effetti sui servizi pubblici e sui trasporti
Le conseguenze del shutdown si sono rivelate significative, sia sul piano sociale che economico. Oltre un milione di dipendenti federali hanno subito ritardi nei pagamenti, con circa 400.000 lavoratori non essenziali messi in congedo temporaneo. Sono state sospese tutte le funzioni governative non critiche, comprese le attività educative e la pubblicazione di dati economici, come quelli relativi all’occupazione e all’inflazione, provocando un aumento della volatilità sui mercati finanziari. Il settore dell’aviazione civile ha risentito in modo particolare dello shutdown; agenzie come la FAA (Federal Aviation Administration) e la TSA (Transportation Security Administration) hanno operato in condizioni di emergenza, portando a migliaia di voli cancellati e ritardi, soprattutto negli aeroporti con il maggiore traffico.
La risoluzione della crisi
La crisi si è finalmente risolta a novembre con un accordo raggiunto al Senato per un provvedimento di spesa a breve termine. Questo accordo ha ottenuto il supporto di alcuni senatori Democratici, sufficienti a garantire l’approvazione della legge con la maggioranza richiesta. Il disegno di legge ha stabilito finanziamenti temporanei per la maggior parte delle agenzie fino al 30 gennaio 2026. L’intesa ha permesso la riapertura del governo e ha garantito che i dipendenti in congedo forzato riceveranno la retribuzione retroattiva per i giorni non lavorati. Il Presidente Trump ha commentato positivamente l’accordo, affermando che si stava “avvicinando alla fine dello shutdown” e ha firmato il provvedimento per renderlo operativo. Nonostante la fine della paralisi, la piena ripresa dei servizi, in particolare nel settore aereo, ha richiesto giorni per smaltire gli arretrati e i disagi accumulati.
