Uno studio pubblicato su Nature Communications ha rivelato nuove informazioni sul funzionamento dei perossisomi e sulla loro interazione con i mitocondri, due organelli cellulari fondamentali. La ricerca, condotta dal gruppo del Dipartimento di Scienze Biomediche dell’Università di Padova e dall’Istituto Veneto di Medicina Molecolare (VIMM), ha messo in evidenza come l’invecchiamento influisca sulla salute muscolare, un aspetto cruciale per il benessere delle persone anziane.
La sfida dell’invecchiamento e la sarcopenia
Negli ultimi anni, l’aspettativa di vita ha visto un incremento significativo, grazie ai progressi in ambito medico e nutrizionale. Tuttavia, vivere più a lungo non equivale necessariamente a vivere in salute. Molti individui raggiungono età avanzate, ma spesso si trovano a dover affrontare malattie croniche e limitazioni fisiche. Questo fenomeno ha portato a un aumento della sarcopenia, che si traduce in una progressiva perdita di massa e forza muscolare. Questa condizione non è solo una conseguenza del passare del tempo, ma può compromettere gravemente l’autonomia e aumentare il rischio di incidenti, fragilità e disabilità, con effetti diretti sull’aspettativa di vita.
Il ruolo dei perossisomi nella salute muscolare
I ricercatori Marco Scalabrin e Eloisa Turco, sotto la direzione della professoressa Vanina Romanello, hanno indagato il legame tra i perossisomi e i mitocondri nei muscoli. Il loro studio, intitolato “Alterations in peroxisome-mitochondria interplay in skeletal muscle accelerate muscle dysfunction”, ha rivelato che, con l’avanzare dell’età, il numero di perossisomi nei muscoli diminuisce. Questi organelli sono essenziali per il corretto funzionamento cellulare, poiché gestiscono il metabolismo dei grassi e contribuiscono alla rimozione dei radicali liberi nocivi.
La diminuzione dei perossisomi comporta una compromissione della comunicazione con i mitocondri, le centrali energetiche delle cellule. Quando questa interazione viene meno, i mitocondri non funzionano in modo ottimale, il metabolismo lipidico si altera e la forza muscolare diminuisce. Questo processo accelera l’insorgenza dei segni dell’invecchiamento.
Nuove prospettive nella biologia dell’invecchiamento
La professoressa Vanina Romanello ha evidenziato l’importanza di questo studio per la comprensione dei meccanismi alla base dell’invecchiamento. La ricerca suggerisce che preservare la funzionalità dei perossisomi e la loro interazione con i mitocondri potrebbe rappresentare una strategia chiave per contrastare la perdita di massa e forza muscolare legata all’età. Questo approccio non solo offre spunti per migliorare la qualità della vita degli anziani, ma contribuisce anche a una maggiore comprensione dei processi biologici che influenzano il nostro invecchiamento.
Le scoperte di Scalabrin e Turco, pubblicate nel 2025, rappresentano un passo avanti significativo nel campo della ricerca biomedica, aprendo la strada a future indagini che potrebbero portare a nuove terapie per affrontare le sfide dell’invecchiamento e migliorare il benessere delle persone anziane.
