Il recente rapporto “Health at a Glance: Europe 2025” dell’OCSE ha messo in evidenza le contraddizioni del sistema sanitario italiano. Nonostante l’Italia si distingua per risultati sanitari di alta qualità e un’aspettativa di vita tra le più elevate a livello globale, la vicepresidente del Senato, Mariolina Castellone, ha sottolineato che questo avviene a fronte di una spesa sanitaria insufficiente e di carenze strutturali che il Governo non sembra affrontare con serietà. Castellone, esponente del Movimento 5 Stelle, ha commentato i dati dell’OCSE in un intervento che evidenzia l’urgenza di una revisione delle politiche sanitarie.
La spesa sanitaria in Italia
Nel dettaglio, la vicepresidente ha evidenziato che l’Italia destina solo 5.164 dollari per abitante alla sanità, cifra inferiore alla media OCSE di 5.967 dollari. Questo dato la pone lontana dagli standard europei, con una spesa quasi un terzo inferiore rispetto alla Francia, che investe 7.367 dollari, e oltre il 40% in meno rispetto alla Germania, che arriva a 9.365 dollari. Secondo Castellone, questo scenario rappresenta una chiara evidenza di un “sottofinanziamento cronico” che sta impoverendo il sistema sanitario pubblico.
La situazione è ulteriormente aggravata dal fatto che, nonostante la spesa ridotta, l’Italia riesce a mantenere risultati sanitari superiori grazie alla competenza dei professionisti del settore. Tuttavia, questi operatori sono sempre più sotto pressione e in difficoltà. Il rapporto dell’OCSE evidenzia anche che, sebbene l’Italia abbia 5,4 medici ogni mille abitanti, sopra la media OCSE di 3,9, esistono gravi carenze in alcune specializzazioni, che risultano poco attrattive per le nuove generazioni.
Il personale infermieristico in crisi
Uno dei dati più allarmanti riguarda il personale infermieristico. Con solo 6,9 infermieri ogni mille abitanti, l’Italia si trova ben al di sotto della media OCSE di 9,2 e dei livelli europei, come i 11 infermieri per mille abitanti in Francia e i 13 in Germania. Questa situazione storica di carenza di personale compromette la qualità dell’assistenza e ostacola lo sviluppo della sanità territoriale. Castellone ha messo in evidenza che senza un adeguato numero di infermieri non è possibile implementare servizi essenziali come le Case della Comunità e l’assistenza domiciliare, né garantire una gestione efficace dei pazienti cronici.
Posti letto e scelte politiche
Un altro aspetto critico evidenziato da Castellone è il numero di posti letto disponibili. Con soli 3 posti letto per mille abitanti, l’Italia è sotto la media OCSE di 4,2 e distante dai 5,4 posti della Francia e dai 7,7 della Germania. Questo deficit è il risultato di politiche a lungo termine che hanno ridotto l’ospedalizzazione senza un reale potenziamento delle strutture territoriali. La conseguenza è una saturazione dei reparti ospedalieri e una mancanza di servizi territoriali adeguati.
La vicepresidente del Senato ha lanciato un appello al Governo affinché il rapporto dell’OCSE non venga ignorato. Ha sottolineato che la sanità pubblica italiana resiste grazie alla dedizione del personale, ma senza una strategia concreta per il reclutamento e un incremento stabile degli investimenti, il futuro del Servizio Sanitario Nazionale rimane incerto. Castellone ha chiesto al Governo di smettere di minimizzare la situazione e di mettere la salute dei cittadini al centro delle priorità politiche, evidenziando che il Servizio Sanitario Nazionale è un bene comune da tutelare.
