Giornata mondiale della prematurità: oltre 25.000 nati pretermine in Italia ogni anno

Veronica Robinson

Novembre 14, 2025

Ogni anno, nel mondo, circa un neonato su dieci nasce pretermine, vale a dire prima della 37ª settimana di gestazione. In Italia, i neonati pretermine rappresentano più del 6% delle nascite, un dato che mette in evidenza la vulnerabilità di questi piccoli, che nascono con organi ancora immaturi e un rischio elevato di complicanze respiratorie, metaboliche e neurologiche. Tra questi, i neonati altamente pretermine, nati prima delle 32 settimane, costituiscono meno del 2% delle nascite totali, ma hanno un impatto significativo sulla mortalità infantile e sulla comparsa di morbidità a breve, medio e lungo termine.

Rischi e complicazioni della prematurità

La prematurità comporta una serie di rischi che variano in base all’età gestazionale. I neonati pretermine possono affrontare difficoltà respiratorie dovute all’immaturità polmonare, crisi di apnea, ipotermia, ipoglicemia, rischio di infezioni e disturbi neurologici. Anche i prematuri tardivi, nati tra la 34ª e la 36ª settimana, sebbene clinicamente più stabili, presentano un rischio maggiore di complicazioni come ipotermia, difficoltà alimentari e disturbi neuroevolutivi. È fondamentale garantire stabilità cardio-respiratoria, alimentazione precoce con latte materno o latte donato, prevenzione delle infezioni e una corretta gestione delle dimissioni e del follow-up.

La Terapia Intensiva Neonatale del Bambino Gesù, riconosciuta come Hub regionale per le patologie chirurgiche e cardiache del neonato, offre un approccio integrato. Neonatologi, intensivisti, chirurghi, cardiologi, neurochirurghi, fisioterapisti, psicologi e infermieri collaborano per garantire un’assistenza continua dalla nascita fino al ritorno a casa.

Importanza della banca del latte umano donato

Un aspetto cruciale per i neonati vulnerabili è rappresentato dalla Banca del Latte Umano Donato (BLUD), l’unica struttura di riferimento nel Lazio. Questo latte è l’alimento ideale per i neonati, specialmente per i prematuri con basso peso alla nascita. Quando il latte materno non è disponibile, il latte donato diventa la prima alternativa, essenziale non solo per i prematuri, ma anche per neonati sottoposti a interventi chirurgici, con cardiopatie congenite o altre condizioni critiche.

La Banca del Latte del Bambino Gesù raccoglie, tratta e distribuisce annualmente circa 800 litri di latte materno, grazie alla collaborazione di oltre 100 mamme donatrici. Questa iniziativa supporta più di 200 neonati con necessità terapeutiche particolari, non solo all’interno della Terapia Intensiva Neonatale dell’ospedale, ma anche in altre strutture del Lazio. Negli ultimi anni, la raccolta è aumentata grazie al servizio di raccolta a domicilio attivo in tutta la regione, rappresentando un gesto di solidarietà fondamentale per la cura dei neonati più fragili.

Coinvolgimento dei genitori nella cura neonatale

L’Ospedale Bambino Gesù da tempo promuove il coinvolgimento attivo dei genitori nella Terapia Intensiva Neonatale. La presenza dei genitori, il contatto pelle-a-pelle attraverso la Kangaroo Mother Care, il massaggio neonatale e l’ascolto della loro voce favoriscono la regolazione emotiva del neonato, il suo sviluppo neurologico e l’avvio dell’allattamento, contribuendo spesso a ridurre i tempi di ricovero.

Negli ultimi anni, l’ospedale ha intensificato la collaborazione con paesi in difficoltà, che inviano un numero crescente di neonati pretermine da assistere nelle fasi critiche e nel decorso successivo. Questo richiede un notevole impegno per garantire la migliore accoglienza alle famiglie, che si trovano ad affrontare un momento difficile. In linea con le indicazioni della Società Italiana di Neonatologia, il personale sanitario si impegna a sostenere, formare e supportare i genitori fin dal momento del ricovero.

Il percorso di assistenza non termina con la dimissione. I neonati pretermine, in particolare i più piccoli, possono sviluppare difficoltà neuro-evolutive, problemi sensoriali o fragilità emotive. Per questo motivo, l’ospedale offre un programma di follow-up articolato, con visite periodiche fino ai sei anni di età, valutazioni dello sviluppo motorio e cognitivo, controlli oculistici e uditivi, coinvolgendo specialisti adeguati. Questi momenti sono dedicati anche alle famiglie, che possono condividere le loro esperienze, preoccupazioni e progressi dei loro figli.

Ricerca e innovazione nella cura neonatale

Nell’ambito delle attività di ricerca dell’IRCCS Bambino Gesù, in particolare presso l’Unità di Ricerca in Medicina Perinatale, l’ospedale partecipa a diversi progetti di ricerca focalizzati sui neonati più critici. Questi progetti mirano a identificare percorsi di prevenzione e trattamento, nonché a valutare gli esiti a lungo termine attraverso un programma di follow-up multidisciplinare.

Il dottor Andrea Dotta, responsabile dell’Unità Operativa Complessa di Terapia Intensiva Neonatale, sottolinea che la prematurità rappresenta una delle sfide più rilevanti della neonatologia moderna, affrontata oggi con strumenti terapeutici e conoscenze rinnovate. L’impegno del Bambino Gesù è volto a migliorare gli standard di cura, promuovere tecnologie meno invasive e valorizzare il ruolo della famiglia, consolidando al contempo la rete di follow-up e ricerca. L’obiettivo è garantire a ogni bambino nato prematuro la migliore opportunità di crescita, sviluppo e futuro.

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