Neonato soffocato a Villa San Giovanni: ergastolo per la nonna coinvolta

Veronica Robinson

Novembre 14, 2025

La Corte d’Assise di Reggio Calabria ha emesso una sentenza definitiva, condannando all’ergastolo Anna Maria Panzera, nonna del neonato trovato privo di vita il 26 maggio 2024. Il corpo del neonato è stato rinvenuto all’interno di uno zaino, abbandonato tra gli scogli di Villa San Giovanni, in prossimità dell’area di imbarco dei traghetti. L’imputazione per cui è stata giudicata riguarda il grave reato di infanticidio.

La tragedia e le indagini

La tragedia si è consumata subito dopo il parto della figlia tredicenne di Panzera, che presenta un deficit psichico. Le indagini hanno rivelato che la donna avrebbe messo il neonato, ancora con il cordone ombelicale attaccato, all’interno di uno zainetto, per poi abbandonarlo sulla scogliera che costeggia il lungomare della città. Questo atto ha scatenato un’ondata di indignazione e dolore nella comunità locale, portando a una riflessione profonda sulle problematiche sociali e familiari che possono portare a simili tragedie.

La sentenza e le implicazioni sociali

La sentenza del tribunale ha messo in luce non solo la gravità del reato, ma anche le difficoltà che molte famiglie affrontano in situazioni di vulnerabilità. La Corte ha sottolineato la necessità di un intervento sociale più incisivo per prevenire tali eventi, evidenziando l’importanza di supporto e assistenza per le giovani madri e le famiglie in difficoltà.

Il messaggio della giustizia

La condanna all’ergastolo rappresenta un messaggio chiaro da parte della giustizia italiana: la vita di un neonato è sacra e deve essere protetta a tutti i costi. Il caso ha suscitato un ampio dibattito sull’infanticidio e sulle misure da adottare per garantire la sicurezza e il benessere dei bambini, soprattutto in contesti familiari fragili.

×