“No Meloni Day”: manifestazioni studentesche in diverse città italiane contro l’esecutivo

Veronica Robinson

Novembre 14, 2025

Decine di migliaia di studenti hanno preso parte a manifestazioni in tutta Italia il 14 novembre 2025, in occasione dello sciopero nazionale indetto dall’Unione degli Studenti, Link – Coordinamento Universitario e Rete della Conoscenza. Queste mobilitazioni si sono svolte in risposta alle politiche del governo Meloni, con l’obiettivo di chiedere un futuro migliore per la scuola e l’università pubbliche.

Una mobilitazione per il futuro dell’istruzione

Gli studenti hanno espresso il loro malcontento nei confronti dell’attuale sistema educativo, definito obsoleto e inadeguato. Tommaso Martelli, coordinatore dell’Unione degli Studenti, ha sottolineato le difficoltà quotidiane che affrontano, come la pressione di un sistema di valutazione antiquato e l’obbligo di lavorare gratuitamente nelle aziende attraverso i PCTO. “Immaginare un’altra scuola è necessario”, ha affermato, evidenziando l’importanza di un’istruzione accessibile a tutti.

La Rete ha anche messo in evidenza l’assurdità di investire miliardi in armamenti mentre molti studenti non riescono nemmeno a comprare i libri di testo. La protesta si è estesa anche alle università, con Arianna D’Archivio, coordinatrice di Link, che ha chiesto un’istruzione libera dal controllo politico e adeguatamente finanziata. Inoltre, gli studenti hanno manifestato contro la situazione in Gaza, criticando la complicità del governo italiano.

Le voci dei giovani contro le politiche governative

Il Fronte della Gioventù Comunista ha anch’esso attaccato le scelte politiche del governo, con Daniele Agostini che ha denunciato i tagli all’istruzione presenti nella nuova manovra, che ammontano a 869 milioni di euro. “Le scuole cadono a pezzi e ci dicono di essere grati di lavorare gratis”, ha affermato, esprimendo il malcontento dei giovani per la mancanza di investimenti nel settore educativo.

Durante le manifestazioni, un gruppo di studenti legato ai collettivi autonomi ha preso di mira il Ministero dell’Istruzione e del Merito a Roma, lanciando secchi di vernice sulla facciata dell’edificio e scontrandosi con le forze dell’ordine. Francesca Cantagallo, coordinatrice della Rete della Conoscenza, ha dichiarato che difendere la scuola pubblica significa difendere un futuro libero da guerre e sfruttamento.

Le manifestazioni nelle principali città italiane

A Milano, circa mille studenti hanno sfilato contro il governo, esponendo striscioni con messaggi chiari contro le politiche attuate. A Genova, la mobilitazione ha visto la partecipazione di studenti della Rete degli Studenti Medi e di Sinistra Universitaria, che hanno chiesto maggiori investimenti nell’istruzione e il diritto allo studio. Le loro richieste includevano l’aumento della spesa per l’istruzione al 5% del PIL e la gratuità dei libri di testo.

A Bologna, gli studenti hanno partecipato a un corteo per esprimere solidarietà al popolo palestinese e contro le spese militari. I manifestanti hanno fatto sentire la loro voce contro il governo, richiedendo un cambiamento radicale nelle politiche educative e sociali.

A Torino, centinaia di studenti hanno protestato contro il governo, affermando che non possono essere zittiti e denunciando la crisi economica. Anche a Napoli, gli studenti hanno sfilato per denunciare il genocidio e la repressione, portando simboli di protesta come una bara con un fiore a rappresentare la morte della scuola pubblica.

Infine, a Cagliari, l’Unione degli Studenti ha organizzato un corteo per sottolineare i problemi del sistema scolastico attuale, chiedendo un cambiamento significativo delle riforme scolastiche. Gli studenti hanno espresso il desiderio di un’istruzione che possa realmente rappresentarli e soddisfare le loro esigenze.

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