Alberto Trentini, un cooperante di 46 anni originario di Venezia, è scomparso il 15 novembre 2024 in Venezuela. Mentre si trovava in viaggio da Caracas a Guasdalito, è stato prelevato da un posto di blocco delle autorità locali e successivamente trasferito nel noto carcere di El Rodeo I, situato alla periferia della capitale. Da quel momento, Trentini ha vissuto un’esperienza drammatica, caratterizzata da isolamento e scarse opportunità di contatto con la sua famiglia, oltre a una limitata assistenza legale e medica.
Detenzione arbitraria e pressioni diplomatiche
La sua detenzione è stata segnalata come arbitraria da diverse organizzazioni per i diritti umani, che hanno evidenziato la mancanza di accuse formali nei suoi confronti. Il governo italiano, attraverso il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, sta esercitando pressioni diplomatiche per ottenere la liberazione di Trentini, sottolineando che non vi sono prove di crimini gravi a suo carico. La famiglia del cooperante e numerose ONG hanno avviato campagne di sensibilizzazione e petizioni, chiedendo a gran voce la sua liberazione.
Situazione critica e monitoraggio internazionale
Nonostante le affermazioni delle autorità venezuelane riguardanti un presunto processo in corso, i dettagli specifici e le accuse concrete nei confronti di Trentini rimangono ignoti. La situazione è considerata critica, con la comunità internazionale che monitora attentamente gli sviluppi. Trentini si trovava in Venezuela da ottobre 2024, accumulando esperienze significative nel campo della cooperazione, prima di essere coinvolto in questa drammatica vicenda. La sua detenzione ha suscitato preoccupazione e indignazione, portando a un’azione concertata da parte di diversi attori, sia italiani che internazionali, per garantire il suo ritorno a casa.
