Dazi: Trump riduce le tariffe su carne bovina, banane, caffè e pomodori

Veronica Robinson

Novembre 15, 2025

Il 14 marzo 2025, il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha firmato un decreto volto a ridurre i dazi sulle importazioni agricole, una decisione presa in risposta alle crescenti preoccupazioni degli elettori riguardo all’aumento del costo della vita. Questo provvedimento esenta specifici prodotti, tra cui carne bovina, banane, caffè e pomodori, dai dazi “reciproci” introdotti precedentemente nel 2025, che erano stati imposti per contrastare pratiche commerciali ritenute sleali. L’amministrazione ha esaminato la capacità produttiva interna degli Stati Uniti per determinare quali beni potessero beneficiare di questa esenzione.

Misure per il settore agricolo

Il presidente Trump ha evidenziato che l’ordine esecutivo riguarda prodotti agricoli per i quali gli Stati Uniti non sono in grado di soddisfare la domanda interna, come caffè, e frutti tropicali. Inoltre, sono stati inclusi anche tagli di carne bovina, il cui prezzo ha raggiunto livelli record, aggravando ulteriormente la situazione economica per molte famiglie americane. Questa mossa si inserisce in un contesto di crescente pressione politica, in cui il costo della vita è diventato una priorità per la maggioranza repubblicana, soprattutto dopo una sconfitta alle elezioni locali.

Politiche commerciali e dazi

L’8 aprile 2025, Trump aveva già introdotto dazi di almeno il 10% su una vasta gamma di prodotti importati, con l’obiettivo di ridurre il deficit commerciale e sostenere la produzione nazionale. Questi dazi si applicavano anche a beni che non possono essere coltivati negli Stati Uniti, suscitando preoccupazioni tra i consumatori e i produttori.

Interventi economici della Casa Bianca

La Casa Bianca ha recentemente messo in evidenza le misure adottate per alleviare il peso economico sugli americani, tra cui interventi per ridurre i prezzi di beni essenziali come la benzina e le uova, oltre a un accordo per abbassare i costi di alcuni farmaci per la perdita di peso.

Indagine antidumping sulla pasta italiana

Il 14 marzo 2025, durante un’intervista con Sky Tg24, il vice portavoce della Casa Bianca, Kush Desai, ha chiarito che non esiste alcuna guerra contro i produttori di pasta italiani. Ha smentito le voci secondo cui l’amministrazione Trump avrebbe avviato azioni contro di essi, sottolineando che l’indagine antidumping sulla pasta italiana è un processo in corso dal 1996, soggetto a revisioni annuali. Desai ha spiegato che il Dipartimento del Commercio ha richiesto informazioni ai produttori italiani per calcolare il dazio appropriato, ma molte aziende non hanno presentato i dati richiesti.

La valutazione preliminare ha portato a una proposta di dazio del 92%, che si somma a una tariffa del 15%, portando il totale al 107%. Tuttavia, le aziende coinvolte hanno tempo fino a gennaio 2026 per fornire i dati necessari e modificare questa valutazione. Desai ha ribadito che il processo è indipendente dalla politica e che non è influenzato da decisioni dell’amministrazione, ma è stabilito per legge dal Congresso.

Tra le aziende coinvolte nell’indagine ci sono La Molisana e Garofalo, che rappresentano solo il 16% della pasta italiana esportata negli Stati Uniti. La maggior parte della pasta consumata negli Stati Uniti è prodotta localmente. Desai ha precisato che eventuali dazi colpirebbero solo un numero limitato di aziende che non hanno rispettato le richieste di dati, sottolineando che il Dipartimento del Commercio ha contattato queste imprese più volte per sollecitare la documentazione necessaria. Riguardo alla tariffa finale, Desai ha evitato di fare previsioni, affermando che il calcolo è di competenza dei funzionari del Congresso.

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