Il mese scorso, un gruppo di ostaggi è stato liberato e ora si prepara a incontrare il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump. Secondo quanto riportato dal quotidiano britannico Guardian, il piano per la ricostruzione della Striscia di Gaza prevede la creazione di due zone distinte: una zona verde, dove inizieranno i lavori di ricostruzione, e una zona rossa, che rimarrà in stato di devastazione.
Il piano di Trump per Gaza e il dialogo con gli Emirati arabi uniti
Il 15 novembre 2025, il segretario di Stato americano, Marco Rubio, ha avuto una conversazione telefonica con Abdullah bin Zayed, vice primo ministro e ministro degli Esteri degli Emirati Arabi Uniti. Durante il colloquio, i due leader hanno discusso del piano proposto dagli Stati Uniti per porre fine al conflitto tra Israele e Hamas e della situazione critica in Sudan, dove gli Emirati Arabi Uniti sono stati accusati di sostenere le forze ribelli dell’Rsf. Rubio ha enfatizzato l’importanza di un cessate il fuoco umanitario in Sudan, mentre il piano per Gaza attende l’approvazione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.
Voto dell’Onu sulla risoluzione per Gaza
Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite è atteso a votare lunedì prossimo sulla risoluzione proposta dagli Stati Uniti riguardante Gaza. Fonti diplomatiche confermano che il voto avverrà il 20 novembre 2025, in un clima di crescente tensione e incertezze sulla stabilità della regione.
Visita di Mohammed bin Salman a Washington
Il principe ereditario saudita, Mohammed bin Salman, è atteso a Washington il 20 novembre 2025, segnando la sua prima visita negli Stati Uniti in sette anni. Durante questo incontro, Donald Trump cercherà di rafforzare le relazioni tra Arabia Saudita e Israele. Secondo l’analista Aziz Alghashian, Salman avrà il compito di migliorare la cooperazione in materia di sicurezza e difesa. Durante il suo soggiorno, il principe ha promesso investimenti per un valore di 600 miliardi di dollari, con un programma che si prevede duri tre giorni.
Attività militari in Cisgiordania e Damasco
Recentemente, l’esercito israeliano ha bloccato un gruppo di attivisti israeliani diretti verso un villaggio in Cisgiordania. Nel frattempo, a Damasco, un’esplosione ha ferito una donna, causata da un attacco di assalitori non identificati. Le forze di sicurezza siriane stanno attualmente indagando sull’accaduto. Secondo l’agenzia di stampa statale siriana, l’esplosione è stata provocata da razzi lanciati da un sistema mobile, mentre il sito israeliano Haaretz ha notato che le esplosioni a Damasco sono diminuite negli ultimi mesi, nonostante la continua instabilità nella regione.
Incendi in Cisgiordania e il piano di ricostruzione di Gaza
Un incendio ha colpito una moschea in Cisgiordania, con sospetti di coinvolgimento di coloni estremisti. Nel contesto della crisi a Gaza, gli Stati Uniti stanno progettando la divisione della Striscia in una “green zone” sotto controllo militare israeliano e internazionale, dove avverrà la ricostruzione, e una “red zone”, che rimarrà in rovina. Queste informazioni emergono da documenti di pianificazione militare e fonti informate sui progetti americani. Un alto funzionario statunitense ha dichiarato che, sebbene l’ideale sia ripristinare la situazione, ci vorrà tempo e sarà un processo complesso, evidenziando l’approccio caotico alla risoluzione di uno dei conflitti più intricati al mondo.
