Un giudice blocca il piano di Trump di ridurre i fondi all’Università della California

Veronica Robinson

Novembre 15, 2025

L’amministrazione di Donald Trump non ha la facoltà di infliggere sanzioni all’Università della California, conosciuta come UCLA, né di ridurre i finanziamenti federali al sistema scolastico, in quanto tali misure non possono essere giustificate con accuse di antisemitismo o altre forme di discriminazione. Questa decisione è stata presa dalla giudice federale Rita Lin, che ha emesso un’ingiunzione preliminare, impedendo così all’amministrazione di interrompere i fondi destinati allUCLA senza fornire un preavviso adeguato ai docenti coinvolti e senza condurre un’udienza.

La sentenza della giudice Lin

Nella sua pronuncia, la giudice Lin ha sottolineato come i sindacati e diverse organizzazioni che rappresentano i docenti, gli studenti e il personale dell’UCLA abbiano presentato “prove schiaccianti” riguardo a una presunta campagna dell’amministrazione Trump volta a eliminare i punti di vista considerati “woke”, “di sinistra” e “socialisti” dalle università di prestigio negli Stati Uniti. Lin ha evidenziato che i funzionari dell’agenzia, insieme al presidente e al vicepresidente, hanno ripetutamente annunciato un piano d’azione per avviare indagini sui diritti civili delle università più importanti, con l’intento di giustificare il taglio dei finanziamenti federali. Secondo la giudice, questo piano è attualmente in fase di attuazione presso l’Università della California.

Lin ha affermato che i comportamenti degli imputati hanno violato il Primo e il Decimo Emendamento, adottando misure coercitive e ritorsive nei confronti dell’istituzione accademica. La sentenza rappresenta un importante passo per la protezione dei diritti civili all’interno delle università, evidenziando la necessità di un processo equo e trasparente prima di intraprendere azioni punitive.

Le richieste dell’amministrazione Trump

Nel corso dell’estate del 2024, Donald Trump ha richiesto all’Università della California di versare 1,2 miliardi di dollari per ripristinare i finanziamenti per la ricerca che erano stati congelati e garantire l’idoneità a finanziamenti futuri. Questo appello è stato motivato dall’accusa che l’università avesse tollerato l’antisemitismo all’interno del proprio campus. L’UCLA è stata la prima università pubblica a essere oggetto di tali attacchi da parte dell’amministrazione, che ha fatto leva su presunti abusi dei diritti civili.

James B. Milliken, presidente dell’Università della California, ha dichiarato che l’entità della sanzione proposta potrebbe avere conseguenze devastanti per l’intero sistema universitario, il quale comprende alcuni dei migliori campus pubblici del Paese. La situazione ha suscitato preoccupazione tra i dirigenti universitari, che temono per il futuro della ricerca e dell’istruzione superiore.

I requisiti imposti dall’amministrazione

L’amministrazione Trump ha anche richiesto che l’UCLA si conformi alle sue posizioni riguardo all’identità di genere e stabilisca procedure per garantire che gli studenti stranieri non vengano ammessi se vi è il rischio che possano impegnarsi in comportamenti considerati “disturbanti o molesti” nei confronti degli Stati Uniti, dell’Occidente o di minoranze etniche, come gli ebrei. Questi requisiti sono stati delineati in una proposta di accordo resa pubblica nel mese di ottobre del 2024.

Trump ha frequentemente criticato le università d’élite, accusandole di essere dominate da ideologie liberali e antisemitiche. La sua amministrazione ha avviato indagini su numerosi atenei, sostenendo che non abbiano fatto abbastanza per fermare l’uso di preferenze razziali, contravvenendo così alle leggi sui diritti civili. Secondo i rappresentanti dell’amministrazione repubblicana, gli sforzi per promuovere la diversità, l’equità e l’inclusione avrebbero in realtà discriminato gli studenti bianchi e asiatico-americani.

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