L’accordo stipulato nel 2025 si concentra su dodici categorie di prestazioni specialistiche considerate ad alto rischio di sovraccarico. Tra queste si trovano le visite di chirurgia vascolare, dermatologia, fisiatria, gastroenterologia, pneumologia, oculistica, otorinolaringoiatria e urologia. Sono inclusi anche esami diagnostici come TAC, risonanze magnetiche, gastroscopie e colonscopie.
Obiettivi e soglie di riferimento
Il sistema ha stabilito una soglia di riferimento basata sui livelli prescrittivi del 2024, con l’intento di prevenire incrementi che possano causare un eccessivo carico sulla rete specialistica. Questo approccio mira a mantenere i tempi di attesa entro limiti ragionevoli, garantendo così un accesso tempestivo alle cure per i pazienti. L’Azienda Unità Sanitaria Locale (Ausl) ha sottolineato che, in caso di necessità clinica, il medico ha la facoltà di prescrivere le prestazioni che ritiene più appropriate, senza alcuna limitazione. Questo aspetto è fondamentale per assicurare che le decisioni cliniche siano sempre orientate al benessere del paziente, evitando che le restrizioni amministrative possano compromettere la qualità delle cure.
Impatto sulla rete specialistica
L’implementazione di queste misure avrà un impatto significativo sulla gestione delle risorse nella rete specialistica. Le prestazioni a rischio di sovraccarico sono state identificate non solo per il loro volume, ma anche per la loro complessità e il potenziale impatto sui pazienti. La Ausl si impegna a monitorare costantemente la situazione, adattando le strategie di intervento in base all’andamento delle richieste e alle necessità emergenti. L’obiettivo finale è quello di garantire un equilibrio tra la domanda di prestazioni sanitarie e la capacità di risposta del sistema, assicurando così che ogni paziente possa ricevere l’attenzione e le cure di cui ha bisogno in tempi adeguati.
