I lavoratori di Eurallumina, situata a Portovesme nel Sulcis, hanno intrapreso una clamorosa protesta per manifestare il loro disagio di fronte all’inerzia delle istituzioni. Il 10 novembre 2025, un gruppo di operai ha deciso di salire sul silo n. 3, a un’altezza di circa 40 metri, per attirare l’attenzione su una situazione che si fa sempre più critica. I sindacati Cgil, Cisl e Uil sostengono fermamente questa iniziativa e chiedono un intervento immediato da parte del Ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit), del Comitato di Sicurezza Finanziaria (Csf), del Ministero dell’Economia e delle Finanze (Mef) e della Presidenza del Consiglio. Le organizzazioni sindacali richiedono che vengano stanziati i fondi necessari per garantire la continuità operativa di Eurallumina, assicurando il pagamento delle utenze, dei salari e delle fatture delle aziende terziste, nonché la prosecuzione delle bonifiche ambientali.
Il contesto della protesta
Questa non è la prima volta che i dipendenti di Eurallumina si mobilitano in questo modo. Già il 7 novembre, i sindacati avevano annunciato la possibilità di una mobilitazione generale e avevano programmato una trasferta a Roma per discutere con le autorità competenti. Il 10 novembre, è stata inviata una richiesta di incontro al ministro Urso, ma fino ad oggi non è pervenuta alcuna risposta. Di fronte a questa situazione di stallo e alle gravi conseguenze che ne derivano, i sindacati e le rappresentanze sindacali hanno convocato un’assemblea generale ai cancelli dello stabilimento. Durante l’assemblea, è stato proclamato lo stato di mobilitazione generale e si è espressa solidarietà ai lavoratori che hanno intrapreso la protesta sul silo.
In una nota congiunta, i sindacati hanno evidenziato come, nonostante alcuni obiettivi siano stati raggiunti, come l’emanazione del nuovo Dpcm Energia Sardegna, persista un ostacolo cruciale per l’avvio degli investimenti da parte di Rusal ed Eurallumina, che ammontano a oltre 300 milioni di euro. Questo ostacolo è rappresentato dalla mancata revoca delle sanzioni patrimoniali imposte dal Csf nei confronti di Eurallumina, sanzioni legate a questioni che coinvolgono indirettamente un azionista del gruppo Rusal.
Le richieste dei lavoratori
La situazione è diventata insostenibile, tanto che il 6 novembre 2025, durante un incontro tra l’azienda, Confindustria Sardegna Meridionale, i sindacati e la Rsa, Eurallumina ha comunicato che il 12 novembre sarebbe stata la data limite per ottenere conferme sui fondi necessari alla gestione. La mancanza di riscontri ha portato l’azienda a convocare un consiglio di amministrazione, inizialmente previsto per il 14 novembre, ma poi rinviato alla settimana corrente.
I sindacati hanno sottolineato la disparità di trattamento che Eurallumina subisce rispetto ad altre aziende europee consociate di UC Rusal, attive in Svezia, Germania e Irlanda. Questi paesi, pur aderendo al regime sanzionatorio, hanno scelto di tutelare le loro imprese strategiche, mantenendole operative. Inoltre, fino a settembre 2025, la gestione finanziaria dello stabilimento, che ammonta a oltre 20 milioni di euro annui, è stata sostenuta dalla proprietà, Rusal, mentre la normativa prevede che la gestione finanziaria debba essere effettuata dal Csf tramite l’Agenzia del Demanio con fondi ministeriali.
La situazione di Eurallumina continua a destare preoccupazione tra i lavoratori e le loro rappresentanze sindacali, che non intendono fermarsi finché non verranno ascoltati e soddisfatti i loro legittimi diritti.
