Il ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha recentemente rilasciato un’intervista a La Stampa, in cui ha delineato le strategie per migliorare l’assistenza domiciliare integrata in Italia. Secondo Schillaci, l’obiettivo è rendere questo servizio più capillare, sottolineando che la sostenibilità non dipende solo dai fondi disponibili, ma soprattutto da come vengono utilizzati.
La questione delle prestazioni sanitarie
Schillaci ha messo in evidenza un problema significativo: la libera professione nel settore sanitario è un diritto, ma non deve compromettere l’accesso alle prestazioni pubbliche. Ha osservato che si verifica uno sbilanciamento quando le prestazioni a pagamento superano quelle offerte dal Servizio Sanitario Nazionale (Ssn). In particolare, ha citato casi in cui i tempi di attesa per le prestazioni pubbliche possono arrivare fino a sei mesi, mentre per quelle intramoenia si riducono a sole due settimane. In tale contesto, Schillaci ha suggerito che, se il dislivello tra i due sistemi di assistenza nega il diritto alle cure, potrebbe essere necessaria una sospensione temporanea delle prestazioni a pagamento.
La copertura delle rette rsa
Il ministro ha poi affrontato la questione delle rette per le Residenze Sanitarie Assistenziali (Rsa), chiarendo che molte famiglie si aspettano che le Aziende Sanitarie Locali (Asl) coprano il 100% di tali costi. Tuttavia, ha precisato che il rimborso completo è garantito solo per i non autosufficienti più gravi, dove non è possibile separare gli aspetti sanitari da quelli sociali. Schillaci ha proseguito affermando che la vera sfida non è solo vivere più a lungo, ma vivere meglio. Questo obiettivo è stato discusso durante il G7 Salute che si è tenuto ad Ancona, dove si è parlato di invecchiamento attivo. Per raggiungere questo traguardo, secondo il ministro, è necessario un cambiamento di paradigma: meno ospedali e più servizi sul territorio. Le Case della Comunità devono diventare il punto di incontro tra sanità e sociale.
Emergenza mancanza di personale
Un altro tema cruciale sollevato da Schillaci è la carenza di infermieri nel sistema sanitario. Nonostante nella recente manovra siano previsti fondi per l’assunzione di 6.000 nuovi professionisti, il ministro ha evidenziato che la situazione rimane critica. Per affrontare questa emergenza, il governo sta considerando di attingere a risorse estere attraverso protocolli bilaterali, ma ha aggiunto che è fondamentale rendere la professione infermieristica più attrattiva.
Investimenti e utilizzo delle risorse
Il ministro ha anche fornito dati significativi riguardo agli investimenti nel settore sanitario: la manovra prevede un aumento record di 136,5 miliardi di euro per il 2025, con oltre 10 miliardi in più rispetto al 2022. Schillaci ha messo in evidenza l’importanza di monitorare l’effettivo utilizzo di queste risorse, sottolineando che alcune Regioni non hanno ancora speso i fondi assegnati per le liste d’attesa. Questo, secondo il ministro, rappresenta un vero scandalo, non il rapporto con il Pil. Ha concluso affermando che le Regioni che stanno applicando le nuove norme sulle liste d’attesa stanno ottenendo risultati notevoli, evidenziando l’importanza di un’organizzazione efficiente delle agende e di un coordinamento tra pubblico e privato per garantire il diritto alla salute di tutti i cittadini, in particolare dei più fragili.
