Umberto Catanzaro, un giovane calciatore di 23 anni che militava nella Nuova Napoli Nord, è deceduto il 20 novembre 2025, dopo due mesi di ricovero a causa delle gravi ferite subite in un agguato. L’incidente è avvenuto il 15 settembre nei Quartieri Spagnoli di Napoli, quando Catanzaro è stato colpito da un proiettile durante un attacco mirato a un minorenne accusato di aver diffuso un video compromettente. Il giovane calciatore, alla guida di una Smart, è stato raggiunto da un colpo sparato da un commando composto da almeno tre uomini incappucciati, che cercavano di punire il minorenne. Il primo proiettile ha mancato il bersaglio, mentre il secondo ha colpito Catanzaro all’addome. Ricoverato presso l’ospedale Pellegrini, il calciatore ha affrontato un lungo percorso di cure, durante il quale ha mostrato segni di ripresa, ma alla fine il suo cuore ha ceduto.
Il commando e i dettagli dell’agguato
L’agguato, secondo le indagini, è stato eseguito da un commando di almeno tre uomini, tutti vestiti di nero e con il volto coperto. L’azione criminale si è svolta in via Conte di Mola, una delle strade più affollate dei Quartieri Spagnoli. Catanzaro, alla guida della sua auto, è stato affiancato dai sicari, che hanno aperto il fuoco. Il minorenne, che si trovava come passeggero, è rimasto illeso, mentre il secondo proiettile ha colpito Catanzaro, che ha avuto la forza di raggiungere l’abitazione della fidanzata prima di perdere i sensi. È stato il padre della fidanzata a portarlo d’urgenza in ospedale, dove le sue condizioni sono apparse critiche fin dall’inizio.
Il video compromettente e le sue conseguenze
Il movente dell’agguato è legato alla diffusione di un video intimo che ritraeva il minorenne, bersaglio dei killer, e la figlia di un boss del quartiere. Questo filmato ha suscitato l’ira del capoclan, portando all’organizzazione di una vendetta. Le indagini hanno rivelato che Catanzaro è stato colpito per errore, mentre il vero obiettivo dell’attacco è rimasto illeso. Le telecamere di sorveglianza hanno immortalato il minorenne pochi minuti prima dell’agguato e successivamente mentre si dirigeva verso un appartamento nella zona di Montecalvario, dove si sospetta volesse pianificare una vendetta contro i suoi aggressori.
Identificazione dei killer e testimonianze
Durante il ricovero, Catanzaro ha avuto momenti di lucidità nei quali ha riconosciuto alcuni dei suoi aggressori. In conversazioni con la madre, ha fornito dettagli e nomi già noti alle forze dell’ordine. Le informazioni condivise dalla donna hanno portato gli investigatori a identificare alcuni boss del rione Montecalvario e un minorenne, il quale era stato visto con un motorino la sera dell’agguato. Queste testimonianze hanno indirizzato le indagini verso un gruppo già monitorato per attività legate al traffico di droga.
La vendetta del minorenne e la tensione nella malavita
Poche ore dopo l’agguato, il minorenne scampato all’attacco ha tentato di vendicarsi sparando contro quello che si sospetta essere il leader del commando. Sebbene non ci siano stati feriti, l’episodio ha messo in evidenza la crescente tensione nel panorama criminale locale, con il video compromettente come fulcro della contesa. Questo tentativo di ritorsione ha fornito agli investigatori ulteriori indizi per comprendere la dinamica degli eventi e il ruolo di ciascun indagato.
Le indagini e l’evoluzione del caso
Le indagini, condotte dalla DDA di Napoli e dalla Procura dei minori, hanno portato all’arresto di cinque persone nel mese di ottobre 2025. Le prove raccolte, tra cui le immagini delle telecamere e le testimonianze, hanno rivelato dettagli cruciali. Una foto sul cellulare di Catanzaro ha permesso di identificare il minorenne presente con lui, che indossava gli stessi abiti ripresi dalle telecamere. Con la morte del calciatore, le accuse nei confronti degli indagati sono state elevate da tentato omicidio a omicidio in concorso.
Il sogno calcistico di Umberto Catanzaro
Umberto Catanzaro era un promettente calciatore, cresciuto nelle giovanili del Bari e della Paganese, prima di unirsi alla Nuova Napoli Nord. Oltre alla sua carriera sportiva, lavorava in una società di delivery. La fidanzata, che non era presente la sera dell’agguato a causa di un litigio, ha raccontato di aver sentito Umberto urlare mentre apriva il portone di casa. Nei mesi successivi, ha condiviso messaggi di speranza sui social, ma nonostante le cure e il supporto dei suoi cari, Catanzaro non è riuscito a superare le gravissime ferite subite.
