Entro il 2030, 30 milioni di bambini potrebbero morire prima dei 5 anni

Rosita Ponti

Novembre 18, 2025

La situazione dei bambini nel mondo è sempre più allarmante, con dati preoccupanti che evidenziano una crisi globale senza precedenti. Secondo le stime più recenti, circa 40 milioni di bambini soffrono di malnutrizione e oltre 1 miliardo è esposto a shock climatici. Inoltre, più di 500 milioni di minori vivono in aree colpite da conflitti armati. Questi fenomeni non risparmiano nemmeno l’Italia, dove un bambino su sette vive in condizioni di povertà assoluta, un fattore che aumenta il rischio di maltrattamento.

La denuncia della Fondazione Cesvi

In occasione della Giornata Mondiale dell’Infanzia, la Fondazione Cesvi ha lanciato un allarme grave riguardo alla condizione dei più piccoli nel mondo. Secondo l’organizzazione, la combinazione di conflitti, cambiamenti climatici e violenza diffusa potrebbe portare alla morte di 30 milioni di bambini nei prossimi cinque anni, aggravata dalla riduzione dei fondi per la cooperazione internazionale. Solo nell’ultimo anno, il taglio dei finanziamenti ha messo a rischio i servizi di assistenza per oltre 14 milioni di minori, lasciando 2,3 milioni di bambini affetti da deperimento acuto senza supporto e causando un incremento potenziale di 369.000 decessi infantili all’anno.

Attualmente, quasi 40 milioni di bambini sotto i 5 anni soffrono di malnutrizione acuta, mentre circa 1 miliardo è esposto a condizioni ambientali avverse. Le Nazioni Unite hanno registrato oltre 41.000 violazioni gravi contro i bambini in contesti di guerra, con casi di uccisioni, mutilazioni e reclutamento di minori come soldati. Le aree più colpite includono la Striscia di Gaza, il Sudan, il Myanmar e il Burkina Faso, dove i bambini affrontano situazioni di vita estremamente pericolose.

Diritti negati e crisi umanitaria

Stefano Piziali, direttore generale di Cesvi, ha sottolineato come milioni di bambini siano privati dei diritti fondamentali sanciti dalla Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia. I conflitti armati e i cambiamenti climatici stanno distruggendo anni di progressi nella protezione dei minori, esponendoli a fame e paura. I recenti tagli ai fondi umanitari potrebbero aumentare di oltre mille i decessi infantili ogni giorno, con milioni di minori costretti a vivere in condizioni disumane.

In particolare, il Sudan è descritto come il Paese con la crisi umanitaria più grave al mondo, con 30,4 milioni di persone in bisogno urgente. Qui, 24 milioni di bambini sono stati colpiti dalla guerra, subendo violenze estreme. Cesvi, con il supporto della Cooperazione Italiana, ha avviato progetti per la protezione di donne e bambini, creando spazi sicuri per fornire assistenza psicologica e legale.

Interventi in Italia e povertà infantile

Nel corso dell’ultimo anno, Cesvi ha supportato oltre un milione di bambini in 28 Paesi, implementando il programma “Case del Sorriso” che offre assistenza a minori in difficoltà. Queste strutture garantiscono spazi sicuri, pasti, supporto educativo e sanitario in Paesi come Brasile, Haiti, India e Sudafrica. Anche in Italia, le Case del Sorriso sono attive per affrontare il problema della povertà infantile, che aumenta il rischio di maltrattamenti.

Le strutture italiane si trovano a Napoli, Bari e Siracusa, aree caratterizzate da fragilità economica e sociale. Secondo l’Indice regionale sul maltrattamento e la cura all’infanzia di Cesvi, le regioni più a rischio sono Campania, Sicilia, Puglia e Calabria, dove il 43,6% dei minori è a rischio di povertà o esclusione sociale.

Stefano Piziali ha evidenziato che, sebbene il maltrattamento possa verificarsi in qualsiasi contesto, vivere in aree svantaggiate aumenta significativamente il rischio. Per garantire i diritti dei bambini in tali situazioni, è necessario implementare interventi mirati che rafforzino le famiglie e migliorino l’accesso ai servizi di assistenza e supporto.

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