Incendi provocati dai coloni ebraici: interrogativi sul futuro di Hamas

Rosita Ponti

Novembre 18, 2025

Il conflitto israelo-palestinese continua a essere al centro dell’attenzione internazionale, mentre il 18 novembre 2025, la comunità globale si mobilita per accelerare un piano di pace. Tuttavia, a Gaza, la situazione rimane critica, con bombardamenti israeliani che mietono vittime e un clima di incertezza riguardo al futuro di Hamas. In Cisgiordania, la violenza dei coloni ebraici contro i palestinesi è in aumento, aggravando ulteriormente la crisi.

La reazione di Hamas al piano di pace dell’onu

Dopo il recente voto delle Nazioni Unite che ha approvato un piano di pace proposto dagli Stati Uniti, Hamas ha espresso una reazione ferma. I rappresentanti del movimento hanno dichiarato che si tratta di “un’occupazione straniera contro il popolo palestinese“, evidenziando il loro rifiuto di qualsiasi accordo che non consideri i diritti dei palestinesi. Questo avviene mentre a Gaza si susseguono incessanti raid aerei, che continuano a colpire aree densamente popolate, causando morti e feriti tra la popolazione civile.

Il contesto attuale è caratterizzato da un crescente malcontento tra i cittadini di Gaza, che vivono quotidianamente sotto la minaccia di bombardamenti. Le organizzazioni umanitarie segnalano una crisi umanitaria in via di sviluppo, con la popolazione che fatica a trovare accesso a cibo, acqua potabile e assistenza medica. La situazione è ulteriormente complicata dal blocco imposto da Israele, che limita l’ingresso di beni e risorse essenziali.

Violenza in cisgiordania: l’aumento degli attacchi dei coloni

Parallelamente agli eventi a Gaza, la Cisgiordania è teatro di violenze crescenti perpetrate dai coloni ebraici contro i palestinesi. Le notizie di incendi dolosi di case e beni appartenenti a residenti palestinesi sono sempre più frequenti. Questi attacchi, spesso accompagnati da intimidazioni e aggressioni fisiche, contribuiscono a creare un clima di paura e instabilità tra le comunità locali.

Le autorità palestinesi e numerose organizzazioni per i diritti umani denunciano l’inerzia delle forze di sicurezza israeliane, che sembrano non intervenire adeguatamente per proteggere i palestinesi da tali violenze. Questo ha portato a una crescente frustrazione tra i palestinesi, che percepiscono una mancanza di protezione da parte della comunità internazionale e delle istituzioni locali.

La situazione in Cisgiordania è ulteriormente aggravata dalle tensioni politiche interne e dalla mancanza di un dialogo costruttivo tra le fazioni palestinesi. La divisione tra Hamas e Fatah continua a ostacolare la creazione di una strategia unitaria per affrontare le sfide attuali, lasciando la popolazione vulnerabile e senza una guida chiara.

Mentre il mondo osserva e spera in una risoluzione pacifica, la realtà sul campo rimane complessa e carica di tensioni, con il rischio di un ulteriore deterioramento della situazione umanitaria e della sicurezza nella regione.

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