Influenza: 1,7 milioni di italiani colpiti, picco atteso a fine anno

Rosita Ponti

Novembre 18, 2025

L’influenza ha già colpito oltre 1,7 milioni di persone in Italia dall’inizio della stagione, secondo il rapporto della sorveglianza RespiVirNet. Nella settimana scorsa si sono registrati 435 mila nuovi casi, segnando un incremento rispetto ai sette giorni precedenti, con una curva in crescita costante. Questo andamento è stato analizzato da esperti del settore, che avvertono che le condizioni meteorologiche influenzeranno ulteriormente l’andamento della malattia.

Le previsioni sul picco influenzale

Fabrizio Pregliasco, virologo e docente di Igiene Generale e Applicata presso l’Università di Milano, ha sottolineato l’importanza delle condizioni climatiche nel determinare il picco dell’influenza. Secondo Pregliasco, il picco potrebbe manifestarsi verso la fine dell’anno, coincidente con il ritorno degli studenti a scuola. “Le previsioni sul picco sono difficili da fare in questo momento”, ha affermato, evidenziando come l’abbassamento delle temperature e l’aumento dell’umidità possano influenzare la diffusione del virus. Le interazioni sociali durante le festività di fine anno, insieme alla ripresa delle attività scolastiche, potrebbero rappresentare un fattore determinante per la diffusione del virus.

Incidenza e distribuzione dei casi

L’incidenza dell’influenza è particolarmente elevata nella fascia di età 0-4 anni, con circa 23 casi ogni 1.000 assistiti. Complessivamente, l’incidenza delle infezioni respiratorie acute in Italia è di 7,64 casi per 1.000 assistiti, in aumento rispetto ai 7,24 casi riportati nel bollettino precedente. Con un totale di 1.737.057 casi dall’inizio della stagione, i dati mostrano un incremento significativo. Nonostante ciò, l’intensità dell’epidemia è considerata bassa o al livello basale in tutte le regioni. Tuttavia, un cambiamento nei metodi di calcolo ha reso difficile il confronto con le stagioni influenzali precedenti.

Situazione negli Stati Uniti e nuovi ceppi virali

Negli Stati Uniti, la situazione legata all’influenza aviaria sta attirando l’attenzione degli epidemiologi. Un uomo residente nello stato di Washington è stato diagnosticato con il virus dell’aviaria H5N5, il primo caso umano nel paese dal febbraio 2024. Questo ceppo, mai identificato prima negli esseri umani, è emerso dopo un periodo di nove mesi senza infezioni. Dall’inizio del 2024, si sono registrati 70 contagi, principalmente tra lavoratori di allevamenti di pollame e bovini da latte. Un solo decesso, avvenuto in Louisiana, è stato attribuito a questa infezione.

Dal 2022, il ceppo predominante negli Stati Uniti è l’H5N1, che ha causato epidemie significative tra gli uccelli e nei pollai. Negli ultimi mesi, quasi 70 allevamenti di pollame sono stati colpiti, coinvolgendo oltre 1,7 milioni di volatili. Il virus si diffonde attraverso saliva, muco, feci e latte di animali infetti. Le autorità sanitarie statunitensi hanno confermato che non ci sono evidenze di trasmissione da persona a persona e stanno monitorando i contatti del paziente affetto dal ceppo H5N5, senza aver individuato ulteriori casi.

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