L’Artico: la nuova frontiera per l’intelligence globale nel 2025

Veronica Robinson

Novembre 18, 2025

Il cambiamento rapido e significativo dell’Artico sta generando nuovi scenari di rilevanza geopolitica, economica e ambientale. Per le agenzie di intelligence internazionali, diventa essenziale interpretare i segnali e i rischi provenienti da una regione che sta perdendo la sua remoteness. A tal proposito, abbiamo avuto l’opportunità di dialogare con Emanuela Somalvico, fondatrice e direttrice dell’Osservatorio di Intelligence sull’Artico della Società Italiana di Intelligence (SOCINT), per approfondire alcuni aspetti strategici di questa sfida emergente.

L’artico come nuovo fulcro della sicurezza globale

Emanuela Somalvico descrive l’Artico come una “nuova frontiera della sicurezza allargata”. Ma quali fattori, siano essi geopolitici, economici o criminali, rendono questa regione così cruciale per l’Italia nel 2025?

Secondo la Somalvico, l’Artico sta diventando un punto centrale nei rapporti internazionali. Un comunicato del 2021 dell’Alto Rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell, sottolineava l’importanza dell’impegno dell’Unione Europea in questa area come una “necessità geopolitica”. La crescente consapevolezza che il cambiamento climatico, nonostante gli sforzi globali per contrastarlo, rappresenta una realtà da gestire, ha portato a considerare anche le opportunità economiche legate a questa situazione. I principali attori internazionali stanno infatti mostrando un crescente interesse per le risorse di idrocarburi e minerali critici presenti nella regione, oltre a esplorare nuove possibilità nel turismo e nelle tecnologie sostenibili. L’Italia è attivamente coinvolta in Artico da anni, grazie a istituti di ricerca come l’Istituto di Scienze Polari del CNR e alla presenza di aziende italiane, senza dimenticare il contributo delle forze armate italiane nella base NATO in Finlandia.

Il contributo italiano nell’intelligence artica

La Somalvico ha messo in evidenza come l’Italia possa fornire un apporto unico grazie alla sua esperienza nel contrasto alla criminalità organizzata. Ma come si traduce questo know-how nel contesto artico?

La maggiore accessibilità dell’Artico sta creando opportunità che attraggono nuovi investitori. Un esempio significativo è la creazione dell’Artic Economic Council (AEC) durante la presidenza canadese del Consiglio Artico dal 2013 al 2015, che mira a promuovere lo sviluppo economico nella regione. Anche il progetto Arctic Business Index, avviato nel 2016 dalla Norvegese Nord University Business School, si propone di stimolare la consapevolezza delle opportunità di sviluppo sostenibile in Artico. Tuttavia, questa dinamicità porta anche a un aumento del rischio di infiltrazioni criminali, in particolare attraverso l’espansione delle rotte commerciali artiche e delle infrastrutture portuali. È quindi fondamentale implementare misure di prevenzione contro la corruzione e le infiltrazioni criminali nel nuovo contesto economico artico. L’Italia, con la sua esperienza nella lotta alla criminalità, potrebbe proporsi come promotrice della creazione di un organismo dedicato a queste problematiche, considerando che tutti i membri del Consiglio Artico sono firmatari della Convenzione ONU contro la criminalità organizzata transnazionale.

Identificazione dei segnali deboli nell’artico

Uno degli aspetti più rilevanti del lavoro della Somalvico è la capacità di “leggere i segnali deboli” nell’Artico. Quali sono oggi i segnali che richiedono maggiore attenzione?

La Somalvico avverte che le previsioni sul futuro dell’Artico non possono essere semplici esercizi teorici. Con la Russia che ha piantato la sua bandiera in titanio sulla calotta polare nel 2007 e ha intensificato la militarizzazione della propria costa, il mondo ha dovuto prendere atto della nuova realtà. Lo scioglimento dei ghiacci e l’innalzamento delle temperature stanno rendendo le rotte marittime più accessibili e aumentando l’accesso a risorse naturali. Ciò che un tempo era considerato un segnale debole sta ora diventando una minaccia concreta, in particolare nel nord del mondo. La NATO ha ristrutturato la sua conformazione con l’ingresso della Finlandia e della Svezia, e la Groenlandia è ora sotto il Comando Settentrionale NATO degli Stati Uniti. Anche se ci sono segnali evidenti di instabilità geopolitica, restano sullo sfondo questioni meno evidenti ma altrettanto rilevanti, come l’incontro tra i leader di Russia e Stati Uniti in Alaska e le proposte di investimenti esteri nel settore artico.

Interconnessione tra ambiente, economia e intelligence

Nel suo libro “Prospettiva Artico”, la Somalvico sottolinea l’importanza di cogliere l’interconnessione tra cambiamento climatico, risorse naturali e competizione geopolitica. Qual è il nodo cruciale in questa intersezione?

Le tensioni internazionali legate al conflitto in Ucraina hanno un ruolo significativo nel riorientare la postura della Russia in Artico. Il cambiamento climatico, un tempo percepito come un nemico comune, è diventato un moltiplicatore di minacce, alterando le regole del gioco. La sfida principale risiede nel trovare un equilibrio tra la protezione dell’ambiente artico e la necessità di sfruttarne le risorse per soddisfare la crescente domanda energetica. La Somalvico evidenzia anche come le recenti restrizioni cinesi sulle esportazioni di minerali critici colpiscano l’industria della difesa europea. Inoltre, il consolidamento delle rotte marittime artiche, come la rotta “Arctic Express”, che ha debuttato nel settembre 2024, potrebbe avere ripercussioni significative sul commercio nel Mediterraneo.

Il ruolo di attori esterni e nuovi equilibri

Analizzando il ruolo di Russia, Cina e nuove rotte polari, quale attore sta cambiando più rapidamente gli equilibri dell’Artico?

La Somalvico sottolinea che l’alleanza tra Cina e Russia, sebbene ancora da verificare nel tempo, sta già modificando la percezione della sicurezza internazionale. Le operazioni congiunte delle navi di entrambi i Paesi nello Stretto di Bering e gli accordi per lo sfruttamento della Northern Sea Route segnalano un cambiamento significativo. Il Danish Security and Intelligence Service ha recentemente avvertito i cittadini danesi sui rischi rappresentati da spie russe e cinesi, evidenziando l’interesse di questi Paesi per settori sensibili come la tecnologia verde e le energie rinnovabili. Nonostante le affermazioni della Cina di voler cooperare per la tutela dell’Artico, il suo approccio strategico rivela un intento ben diverso, con una chiara ambizione di dominare le dinamiche artiche.

Strategie e prospettive per l’italia

La Somalvico ha messo in evidenza la necessità di una strategia italiana più strutturata per l’Artico. Quali passi concreti dovrebbe intraprendere l’Italia nei prossimi anni?

L’Italia, attualmente osservatore nel Consiglio Artico, ha già avviato una strategia in fase di aggiornamento e ha istituito un Tavolo Artico presso il MAECI. È giunto il momento di intensificare la presenza italiana nella regione, che finora ha visto un predominante coinvolgimento delle istituzioni scientifiche. La proposta del Sottosegretario alla Difesa, On. Rauti, di creare un Polo Nazionale Artico è un passo importante per coordinare le attività tra istituzioni e aziende. Inoltre, l’apertura di un consolato a Nuuk, in Groenlandia, potrebbe facilitare la presenza di imprese italiane e la cooperazione accademica. L’Italia potrebbe anche assumere un ruolo di leadership nella creazione di un organismo internazionale per l’analisi criminale e l’intelligence economica, contribuendo a prevenire infiltrazioni criminali in Artico, essenziali per garantire uno sviluppo sostenibile nella regione.

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