Sequestrate biciclette a pedalata assistita di origine cinese in Italia

Veronica Robinson

Novembre 18, 2025

Biciclette a pedalata assistita di origine cinese, per un valore totale superiore a 240.000 euro, sono state sequestrate in un’operazione condotta dalla Guardia di Finanza della Tenenza di Roseto degli Abruzzi. L’intervento, avvenuto nel mese di maggio 2025, mira a contrastare la commercializzazione di prodotti non conformi, in violazione delle normative che riguardano la frode commerciale, come stabilito dal Codice Penale.

Dettagli dell’operazione

L’operazione è stata avviata in seguito ad alcune anomalie riscontrate, tra cui il prezzo di vendita significativamente inferiore rispetto a biciclette simili sul mercato. Questo ha portato al sequestro di biciclette a pedalata assistita in vari punti vendita situati nelle province di Teramo, Pescara e Ascoli Piceno. I prodotti presentavano un marchio “CE” applicato in modo fraudolento, ingannando così i consumatori riguardo l’origine e la qualità delle biciclette.

Normative sulla marcatura CE

Le biciclette a pedalata assistita sono soggette alla marcatura CE, secondo il Regolamento CE 765/2008 e il Decreto Legislativo n. 17 del 27 gennaio 2010, che recepisce la direttiva europea 2006/42/CE, nota come Certificazione macchine. Queste normative sono state ideate per tutelare la sicurezza dei consumatori, richiedendo che solo prodotti certificati da organismi autorizzati possano essere immessi sul mercato europeo.

Rischi per i consumatori

La commercializzazione di prodotti con una marcatura CE non conforme comporta vari rischi per i consumatori, inclusi problemi meccanici che potrebbero compromettere la sicurezza durante la circolazione su strada. Inoltre, esiste un elevato rischio legato all’uso di componenti elettriche non testate o certificate, che potrebbero mettere in pericolo gli utenti.

Risultati dell’operazione

Al termine dell’operazione, le forze dell’ordine hanno sequestrato un totale di 190 biciclette destinate alla vendita. Inoltre, il titolare e il legale rappresentante dell’azienda coinvolta sono stati segnalati alle Procure della Repubblica di Teramo, Pescara e Ascoli Piceno per le dovute indagini.

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