La cucina italiana attira i turisti: nel 2024 spesi 12 miliardi nei ristoranti

Rosita Ponti

Novembre 19, 2025

I turisti di ogni angolo del pianeta continuano a scegliere l’Italia per la sua celebre offerta gastronomica, come dimostrano i dati recenti. Nel 2024, la spesa degli stranieri in ristoranti, bar e altre attività di ristorazione ha raggiunto un record di 12,08 miliardi di euro, con un aumento del 7,5% rispetto all’anno precedente. Le proiezioni per il 2025 sono altrettanto promettenti, con una stima di crescita che porta il totale a 12,68 miliardi di euro e un incremento del 5%. Questa cifra non comprende solo i pasti consumati durante il soggiorno, bensì evidenzia anche i viaggi motivati dalla cultura enogastronomica, che generano un fatturato diretto di 9 miliardi di euro, sottolineando l’importanza della tradizione culinaria italiana nella scelta delle mete turistiche.

Questi dati sono stati elaborati da Fiepet Confesercenti, basandosi su fonti ufficiali provenienti dalla Banca d’Italia, Unioncamere e Movimprese. Le informazioni sono state presentate durante l’assemblea nazionale che ha visto la rielezione di Giancarlo Banchieri alla guida dell’associazione.

L’effetto UNESCO: un potenziale aumento di 18 milioni di visitatori

Le proiezioni di Fiepet Confesercenti suggeriscono che il riconoscimento della cucina italiana come patrimonio mondiale UNESCO potrebbe influenzare significativamente i flussi turistici. Nei primi anni dopo il riconoscimento, si prevede un incremento delle presenze turistiche tra il 6% e l’8%, seguito da un assestamento più moderato attorno al 2-3% nei cinque anni successivi. Questo scenario potrebbe tradursi in circa 18 milioni di visitatori aggiuntivi in un arco di due anni.

Le ripercussioni di tale riconoscimento andrebbero oltre i numeri: la dieta mediterranea guadagnerebbe visibilità a livello globale, le produzioni tipiche e i territori di eccellenza attirerebbero attenzione, e ci sarebbe un incremento dell’interesse verso modelli alimentari equilibrati e l’export agroalimentare. Questa opportunità coinvolgerebbe migliaia di attività nel settore della ristorazione, della produzione alimentare e dell’accoglienza.

Giancarlo Banchieri, presidente nazionale di Fiepet Confesercenti, ha dichiarato: “Alcuni benefici sarebbero quasi automatici. Un riconoscimento UNESCO agirebbe da moltiplicatore per turismo, economia e immagine del Paese. Tuttavia, per trasformare questa spinta in uno sviluppo reale, è necessario implementare politiche lungimiranti: semplificazione amministrativa, sostegno agli investimenti, formazione qualificata e regole stabili per le imprese che rappresentano l’Italia. Un tema cruciale è la difficoltà di trovare personale nel settore della ristorazione, non solo per la carenza di candidati, ma anche per la mancanza di competenze adeguate. Le imprese necessitano di lavoratori anche dall’estero, ma è fondamentale un cambiamento deciso: è necessario lavorare sulla formazione al di fuori dei confini nazionali e fornire un sostegno concreto, dato che finora ci siamo mossi da soli. Senza un intervento strutturale, il divario tra domanda e offerta continuerà a frenare il settore mentre le opportunità aumentano.

Un settore in evoluzione: crescita al Sud e sfide al Centro-Nord

L’analisi del panorama imprenditoriale rivela un settore in continua trasformazione. Negli ultimi dieci anni, il numero delle imprese attive nella ristorazione è aumentato di 1.467 unità, ma un confronto tra il 2024 e il 2023 evidenzia la chiusura di 4.038 attività. Le regioni più colpite dalle cessazioni sono Lombardia, Veneto, Lazio e Sicilia. Al contrario, il Sud e le Isole mostrano segni di espansione più robusti, mentre le regioni del Nord e del Centro affrontano dinamiche negative. La forma giuridica predominante rimane quella delle imprese individuali, un chiaro segnale di un settore caratterizzato da piccole realtà imprenditoriali.

Per quanto riguarda il fatturato, i dati Istat per il 2025 indicano una crescita media dell’1,7% nei servizi di ristorazione. Un confronto a livello europeo, condotto da Eurostat, mostra per l’Italia un incremento del 35,8% dal 2015 al 2024, sebbene questo dato sia inferiore sia alla media dell’Unione Europea sia ai risultati dei principali concorrenti del settore.

Banchieri ha affermato: “La ristorazione italiana rappresenta un simbolo, un presidio culturale e un motore economico. Se il mondo riconoscerà ufficialmente il valore della nostra cucina, dovremo essere pronti a trasformare questa occasione in uno sviluppo duraturo. Le imprese stanno reagendo, ma necessitano di supporto.

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