Oltre il palco: Ilaria Lorini condivide le sue riflessioni sul titolo di Miglior Sommelier d’Italia AIS 2025

Veronica Robinson

Novembre 19, 2025

Alla Stazione Leopolda di Firenze, il 15 aprile 2025, si è tenuta una cerimonia di premiazione per il titolo di Miglior Sommelier d’Italia AIS 2025 – Premio Trentodoc. Questo evento ha visto la partecipazione di professionisti e appassionati del settore enologico italiano, uniti per celebrare le eccellenze della Toscana. In questo contesto, Ilaria Lorini, una giovane trentenne di Tavarnelle Val di Pesa (FI), ha conquistato il titolo dopo una competizione che ha messo a confronto i migliori sommelier provenienti dalle selezioni regionali.

La finale e i suoi protagonisti

La finale, organizzata dall’Associazione Italiana Sommelier in collaborazione con l’Istituto Trentodoc, ha rappresentato una sfida impegnativa per i partecipanti, che sono stati messi alla prova attraverso degustazioni alla cieca, abbinamenti cibo-vino, riconoscimento di distillati e stili birrai. Inoltre, i concorrenti hanno dovuto affrontare prove di comunicazione e servizio. A premiare Ilaria è stato Stefano Fambri, presidente dell’Istituto Trentodoc, alla presenza di una giuria composta da ex vincitori, membri dell’AIS e giornalisti specializzati nel settore.

Pochi giorni dopo la vittoria, Ilaria ha deciso di raccontare la sua storia, condividendo dettagli sulla sua vita al di fuori del mondo delle competizioni, la nascita della sua passione per il vino e il percorso che l’ha condotta a questo prestigioso titolo.

Il profilo di Ilaria Lorini

Ilaria si definisce una persona semplice e curiosa, profondamente legata alle sue radici. Con un background in agronomia e enologia, ha sempre nutrito un forte desiderio di professionalizzare la sua passione per il vino. Sin da giovane, ha vissuto immersa nel territorio, sviluppando un forte senso di appartenenza. Ha intrapreso gli studi agrari con l’obiettivo di dare una svolta alla sua carriera.

La sua passione per il vino risale all’infanzia. Ricorda con affetto il fiasco di vino che ornava la tavola dei nonni, simbolo di una tradizione contadina toscana che l’ha sempre affascinata. La sua famiglia possiede ancora un’azienda vinicola, dove ha trascorso gran parte della sua crescita. Nel 2017, ha deciso di iscriversi al corso per sommelier, un passo fondamentale che ha segnato l’inizio di un viaggio che l’ha portata a diventare Miglior Sommelier d’Italia.

Il cammino verso il successo

Ilaria sottolinea l’importanza della disciplina per raggiungere obiettivi significativi nel mondo del vino. La preparazione richiede una costante degustazione e autocontrollo, poiché il vino è un prodotto che può facilmente influenzare. Partecipare a eventi come Vinitaly richiede un approccio metodico, dove è fondamentale sapere cosa cercare e quali approfondimenti perseguire. La vastità del mondo enologico può far sentire un sommelier come se non sapesse mai abbastanza, un sentimento che Ilaria riconosce e condivide.

Un altro aspetto cruciale è la comunicazione. Ilaria crede nella necessità di un linguaggio semplice e diretto, evitando frasi complesse che possono allontanare il pubblico. La sua visione è che il vino non necessiti di abbellimenti, ma piuttosto di autenticità e verità. Il momento culminante della finale è stato quando è stata annunciata come prima classificata nella prova scritta. Questo ha generato in lei una miscela di paura ed emozione, un’esperienza indelebile. La presenza di Cristiano Cini, presidente dell’AIS Toscana, e degli altri finalisti l’ha aiutata a mantenere la calma e a concentrarsi.

Il ruolo di ambasciatrice del Trentodoc

Diventare ambasciatrice del Trentodoc rappresenta un onore per Ilaria, che intende interpretare questo ruolo con orgoglio. Per lei, il Trentodoc è sinonimo di territorio, identità e sacrificio, un’area caratterizzata da sfide legate alla geografia e al clima. Vuole raccontare la storia dei produttori e la resilienza delle vigne trentine, portando il messaggio del Trentino nel bicchiere e valorizzando un territorio eroico.

Il supporto ricevuto lungo il suo cammino è stato fondamentale. Ilaria ha trovato nel gruppo dell’AIS Toscana colleghi pronti a sostenerla e ha apprezzato l’esperienza di insegnare, che l’ha costretta a rivedere il suo modo di comunicare. Anche il supporto della sua migliore amica, collega di lavoro, è stato cruciale nei momenti più difficili.

La sua esperienza le ha insegnato che i risultati arrivano, anche quando l’autocredibilità è scarsa. In un contesto sociale dove spesso si tende a sottovalutare le capacità individuali, Ilaria sostiene l’importanza di valorizzare se stessi e le proprie idee, mantenendo coerenza e impegno.

Ilaria invita i giovani aspiranti sommelier a scoprire un nuovo modo di percepire il mondo attraverso il vino. Non è necessario possedere grandi bottiglie; anche un semplice panino può racchiudere un universo di sapori. Per Ilaria, il vino è un mezzo per assaporare la vita con maggiore attenzione e custodire il patrimonio della cultura enogastronomica.

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