Aggressione a Milano: famiglie dei giovani coinvolti in stato di shock

Veronica Robinson

Novembre 20, 2025

Le famiglie dei giovani coinvolti nell’aggressione di un 22enne a Milano si trovano ad affrontare un momento di profondo smarrimento. La vicenda, che ha portato la vittima in ospedale per oltre un mese con il rischio di un’invalidità permanente, ha scosso i genitori dei cinque ragazzi, di cui due maggiorenni e tre minorenni, attualmente sotto indagine per tentato omicidio aggravato e rapina. A Monza, dove risiedono le famiglie coinvolte, si alternano sentimenti di incredulità e responsabilità. Le testimonianze raccolte evidenziano un contesto fino a poco tempo fa considerato normale, composto da lavoratori e professionisti, ora costretti a confrontarsi con l’impatto di un’indagine così seria. La madre di uno dei ragazzi ha dichiarato al “Corriere della Sera”: “Non immaginavo che mio figlio uscisse con un coltello”.

Genitori in crisi

Alcuni genitori esprimono il loro dolore, rivelando di aver scoperto lati dei propri figli che non conoscevano. Altri, invece, ringraziano le forze dell’ordine, sperando che l’arresto possa segnare un punto di svolta per i loro ragazzi. Un padre di un minorenne, all’ingresso del carcere minorile Beccaria, ha dichiarato a “Repubblica”: “Fate bene a portarvelo via, forse capirà”. Dall’altra parte, la famiglia della vittima è pervasa da sentimenti di angoscia e paura.

Il dolore di una madre

Una madre di un maggiorenne ha condiviso il suo sgomento, parlando da dietro la porta di casa. “Siamo devastati, abbiamo pregato tanto anche per quel ragazzo”, ha affermato, rivelando il suo stupore nell’apprendere che suo figlio era in possesso di un coltello.

Contesto sociale dei ragazzi coinvolti

La maggior parte dei giovani indagati proviene da famiglie considerate tranquille e lontane dai classici stereotipi di devianza. Alcuni sono figli di un agente immobiliare, di un’ex insegnante, di un bancario e di un’impiegata. Altri ragazzi hanno origini in famiglie di lavoratori del settore ferroviario o in contesti più modesti della periferia di Monza.

Opinioni dei vicini

I residenti del quartiere descrivono le famiglie come “normali” e l’ambiente come privo di criticità. Emergono, in alcuni casi, episodi minori, come un fermo per un coltello o un’allerta antitaccheggio durante una vacanza, ma sempre considerati “ragazzate”. La sorpresa è palpabile: molti vicini faticano a credere che quei ragazzi, fino a ieri percepiti come normali, possano essere coinvolti in un’aggressione così violenta.

Ricostruzione dell’aggressione

Secondo la ricostruzione degli inquirenti, l’aggressione è iniziata con la scusa di chiedere del denaro. Da quel momento, è stata sottratta alla vittima una banconota da 50 euro. La reazione del 22enne ha scatenato una violenza inaudita: cinque contro uno, tra calci, pugni e due coltellate che hanno messo in serio pericolo la vita del giovane, che è arrivato in ospedale con una grave emorragia.

Immagini inquietanti

Le immagini catturate da una telecamera mostrano uno dei ragazzi con un casco in testa e un coltello, mentre un altro osserva senza intervenire. Le accuse di tentato omicidio e rapina aggravata rispecchiano la gravità di un episodio che si è consumato in pochi minuti, ma con conseguenze potenzialmente irreversibili per la vittima.

Reazioni nel quartiere

Nel quartiere Triante di Monza, le reazioni rimangono sussurrate, tra incredulità e preoccupazione. Molti residenti raccontano di aver visto i ragazzi uscire di casa al mattino, accompagnati dagli agenti, senza comprendere il motivo di quell’intervento. Le famiglie si sono ritirate nel silenzio, avvolte dalla vergogna e dall’angoscia.

La sorpresa degli avvocati

Gli avvocati si sono detti sorpresi dalla gravità delle accuse dopo aver esaminato l’ordinanza. Le indagini in corso mirano a chiarire il ruolo di ciascuno dei giovani coinvolti, analizzando le responsabilità individuali e il grado di partecipazione nelle varie fasi dell’aggressione. Gli interrogatori sono attesi nelle prossime ore.

Il dolore della famiglia della vittima

La famiglia del 22enne vive momenti di paura e incertezza a causa della gravità delle ferite subite dal giovane. Il padre ha descritto la drammaticità dell’accaduto: “A Milano non si può più camminare, sembra il Bronx. Ci vivo da trent’anni e non ho mai visto una situazione così negli ultimi tre. Mio figlio è vivo per miracolo, è arrivato in ospedale con un litro di sangue”. Le condizioni del giovane rimangono gravi e i medici continuano a monitorarlo con attenzione.

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