Nel 2025, la situazione dei bambini nel mondo rimane critica, con un dato allarmante: oltre 417 milioni di bambini, corrispondente a più di uno su cinque nei Paesi a basso e medio reddito, vive in condizioni di povertà, privato di almeno due beni essenziali come alimentazione e servizi igienici. Questa sconvolgente realtà è emersa dal rapporto dell’UNICEF intitolato “La condizione dell’infanzia nel mondo 2025: porre fine alla povertà dei bambini. Il nostro imperativo comune”, pubblicato in data odierna per celebrare la Giornata mondiale dell’Infanzia e dell’Adolescenza.
La ricerca e i dati significativi
Il rapporto si basa su un’analisi dettagliata di dati provenienti da oltre 130 paesi a basso e medio reddito, mirata a valutare l’entità della povertà multidimensionale. Questa povertà viene misurata attraverso sei categorie fondamentali: istruzione, salute, condizioni abitative, nutrizione, servizi igienici e accesso all’acqua. Secondo lo studio, 118 milioni di bambini vivono in tre o più situazioni di deprivazione, mentre 17 milioni ne subiscono quattro o più. I tassi più elevati di povertà multidimensionale si registrano nell’Africa subsahariana e nell’Asia meridionale, regioni in cui le difficoltà quotidiane sono accentuate da fattori socio-economici complessi.
Progressi e sfide attuali
Negli ultimi dieci anni, la percentuale di bambini che affrontano una o più deprivazioni gravi nei paesi a basso e medio reddito è diminuita dal 51% nel 2013 al 41% nel 2023. Questo miglioramento è stato in gran parte attribuito all’attenzione crescente verso i diritti dei bambini nelle politiche nazionali e nella pianificazione economica. Tuttavia, i progressi stanno subendo un rallentamento significativo. Fattori come conflitti, crisi climatiche e ambientali, cambiamenti demografici e un aumento del debito pubblico stanno aggravando la situazione della povertà. Inoltre, i tagli agli Aiuti pubblici allo sviluppo (APS) stanno mettendo a rischio ulteriormente il benessere dei bambini nei paesi più vulnerabili.
Il rapporto analizza anche la povertà monetaria, un aspetto che limita l’accesso dei bambini a cibo, istruzione e servizi sanitari. Le statistiche mostrano che oltre il 19% dei bambini nel mondo vive in condizioni di estrema povertà monetaria, con meno di 3 dollari al giorno. La maggior parte di questi bambini si trova nell’Africa subsahariana e nell’Asia meridionale. Un’analisi su 37 paesi ad alto reddito rivela che circa 50 milioni di bambini, pari al 23% della popolazione infantile in queste nazioni, vive in condizioni di povertà monetaria relativa, limitando la loro partecipazione alla vita sociale.
Situazione in Europa e in Italia
Tra il 2013 e il 2023, la povertà infantile ha mostrato una diminuzione media del 2,5% nei 37 paesi analizzati, ma in molte nazioni i progressi sono stati ostacolati o addirittura invertiti. In Francia, Svizzera e Regno Unito, la povertà infantile è aumentata di oltre il 20%. Al contrario, la Slovenia ha ridotto il suo tasso di povertà di oltre un quarto, grazie a un solido sistema di prestazioni familiari e a politiche sul salario minimo. In Italia, il tasso di povertà monetaria relativa per i bambini era circa al 25% tra il 2013 e il 2018, scendendo al 23,2% nel 2023. Gli standard di vita sono migliorati dell’8,6% tra il 2018 e il 2023, mentre la povertà di reddito relativa ha visto un miglioramento del 5,3%. Nel 2024, il 5,7% dei bambini italiani viveva in condizioni di grave deprivazione materiale e sociale, un dato in netto calo rispetto al 2015. Tuttavia, nel 2022, il 32,9% dei bambini di 15 anni in Italia non aveva una stanza per sé, evidenziando le sfide ancora presenti. Queste informazioni sono state condivise dal presidente dell’UNICEF Italia, Nicola Graziano.
