Il Papillomavirus causa più di 7.500 casi di tumore all’anno in Italia

Rosita Ponti

Novembre 20, 2025

Il Papillomavirus (Hpv) è un virus che causa circa 7.500 tumori all’anno in Italia, con un impatto significativo anche sulla fertilità, in particolare quella maschile. Nonostante le opportunità di prevenzione attraverso screening regolari e un incremento della copertura vaccinale tra i giovani, la partecipazione a tali programmi rimane bassa. Questo tema è stato al centro del convegno tenutosi oggi, 15 marzo 2025, al Senato, intitolato “L’impegno per un’Italia libera dall’Hpv: tutelare la fertilità ed eliminare i tumori prevenibili”. L’incontro è stato promosso dal Senatore Guido Quintino Liris e ha visto la partecipazione di diverse Associazioni e Fondazioni che hanno firmato il Manifesto per l’eliminazione dei tumori correlati al papillomavirus.

Il rischio oncologico del papillomavirus

Alessandra Fabi, Consigliere Nazionale dell’Aiom (Associazione Italiana di Oncologia Medica), ha sottolineato l’importanza di affrontare il Papillomavirus come un serio fattore di rischio oncologico. Ha spiegato che il virus si trasmette durante i rapporti sessuali non protetti e non deve essere considerato esclusivamente un problema femminile. Infatti, l’Hpv è responsabile dell’88% dei tumori dell’ano e del 30% di quelli dell’orofaringe, del cavo orale e della laringe. Fabi ha evidenziato che queste patologie sono curabili se trattate tempestivamente e ha invitato a incrementare la partecipazione agli screening, già attivi in tutte le regioni con programmi gratuiti.

In Italia, il papillomavirus è la principale causa di oltre 2.400 casi di cancro e 3.000 decessi tra i maschi ogni anno. È interessante notare che la prevalenza del Dna dell’Hpv nello sperma è quasi doppia tra i pazienti infertili (20%) rispetto al resto della popolazione (11%). Questo dato sottolinea ulteriormente l’importanza della prevenzione e della vaccinazione.

Vaccinazione e copertura vaccinale

Enrico Di Rosa, Presidente della Società Italiana d’Igiene (SItI), ha dichiarato che il vaccino contro l’Hpv è disponibile gratuitamente in Italia da diversi anni, sia per i maschi che per le femmine. Tuttavia, nonostante la disponibilità del vaccino, i tassi di immunizzazione rimangono insoddisfacenti e distanti dagli obiettivi stabiliti dalle istituzioni sanitarie internazionali. Tra le femmine delle coorti dal 2009 al 2003, la copertura vaccinale è poco superiore al 70%, mentre i dati sono ancora più preoccupanti per i maschi delle coorti 2004-2003, dove i tassi scendono sotto il 20%. Di Rosa ha evidenziato la necessità di campagne informative specifiche per i giovani uomini, al fine di migliorare la loro partecipazione alla vaccinazione.

Strategie di vaccinazione e screening

Annalisa Calabrò, Professoressa di Igiene e Sanità pubblica all’Università di Cassino e del Lazio Meridionale, ha proposto che la vaccinazione opportunistica in occasione degli screening organizzati e l’estensione del diritto alla vaccinazione per tutte le donne tra i 26 e i 45 anni, indipendentemente dal contesto di offerta, siano strategie cruciali. Ha sottolineato che tali misure meritano un’attenta valutazione da parte dei decisori politici per garantire una maggiore protezione contro il papillomavirus e le malattie ad esso correlate.

La discussione al Senato ha messo in evidenza l’urgenza di affrontare il problema del papillomavirus in modo sistematico, coinvolgendo istituzioni, professionisti sanitari e la popolazione per promuovere una maggiore consapevolezza e prevenzione.

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