Nuovi attacchi aerei israeliani su Gaza: 33 vittime in sole 12 ore

Veronica Robinson

Novembre 21, 2025

Benjamin Netanyahu ha annunciato che il valico di Rafah, cruciale per la Striscia di Gaza, riaprirà solo dopo il recupero dei corpi di tre ostaggi deceduti, rimasti nel territorio palestinese. Nel contesto delle tensioni in corso, il premier dell’Autorità Nazionale Palestinese (ANP) ha esortato Israele a contribuire finanziariamente alla ricostruzione di Gaza. Nel frattempo, Tel Aviv ha avviato un processo di annessione riguardante il sito archeologico di Sebastia, situato in Cisgiordania.

Israele colpisce Gaza, 33 vittime in 12 ore

Nella città di Khan Yunis, a Gaza, gli attacchi aerei israeliani hanno causato la morte di 33 persone, tra cui donne e bambini, nelle prime ore di giovedì 21 novembre 2025. Secondo i funzionari sanitari, cinque persone sono state uccise in un raid notturno, mentre i restanti 28 decessi sono stati registrati in attacchi aerei avvenuti nelle 12 ore precedenti. Questi eventi rappresentano uno dei periodi più critici dal cessate il fuoco mediato dagli Stati Uniti, in vigore dal 10 ottobre.

Le fonti ospedaliere hanno confermato che i bombardamenti hanno colpito tende che ospitavano sfollati, causando la morte di 17 persone a Khan Yunis, tra cui cinque donne e cinque bambini. A Città di Gaza, un attacco su un edificio ha portato alla morte di 16 persone, tra cui sette bambini e tre donne. Hamas ha descritto gli attacchi come un “scioccante massacro” e ha negato di aver aperto il fuoco contro le forze israeliane.

Netanyahu e il valico di Rafah

Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha dichiarato che Israele riaprirà il valico di Rafah solo dopo aver ricevuto i corpi dei tre ostaggi deceduti rimasti a Gaza. Netanyahu ha affermato che il processo è “molto vicino alla conclusione”. L’ambasciata palestinese in Egitto ha chiesto la riapertura del valico, che è stato in gran parte chiuso da quando le forze israeliane hanno occupato Rafah nel maggio 2024. L’Egitto ha ribadito la sua intenzione di impedire qualsiasi “sfollamento” di palestinesi dalla Striscia verso il suo territorio.

Espropriazione del sito archeologico di Sebastia

Israele ha avviato un’operazione di espropriazione di oltre 180 ettari di terreno nella Cisgiordania occupata per la “conservazione e lo sviluppo” del sito archeologico di Sebastia, ritenuto la capitale del regno israelita settentrionale nel IX e VIII secolo a.C. Questa mossa, che avviene in un contesto di crescente tensione, ha visto l’istituzione di un nuovo avamposto da parte dei coloni ebraici. Il gruppo Peace Now ha denunciato questa espropriazione come la più grande confisca di terreni di rilevanza archeologica da parte di Israele.

Nuovo insediamento vicino a Betlemme

Nella notte del 20 novembre 2025, coloni israeliani hanno istituito un nuovo insediamento in Cisgiordania, precisamente a Gush Etzion, vicino a Betlemme. Yaron Rosenthal, presidente del Consiglio di Etzion, ha descritto l’insediamento come un “ritorno alla città della nostra matriarca Rachele e del re Davide“, sottolineando che questa nuova comunità rafforzerà il legame tra la parte orientale di Etzion e Gerusalemme.

Attacchi contro Taybeh e raid in Libano

Coloni israeliani sono stati documentati mentre vandalizzavano veicoli e danneggiavano negozi nella città cristiana di Taybeh, in Cisgiordania. Tali attacchi hanno sollevato preoccupazioni a livello internazionale, con l’ambasciatore statunitense in Israele, Mike Huckabee, che ha chiesto giustizia per le vittime. In un altro contesto, un raid aereo israeliano nel sud del Libano ha causato la morte di almeno 13 persone, mentre molti altri sono rimasti feriti. Israele ha dichiarato di aver colpito un complesso di Hamas, mentre l’agenzia di stampa libanese ha riferito che l’attacco ha preso di mira un’auto e una moschea.

Questi eventi evidenziano la continua escalation del conflitto nella regione, con un bilancio di vittime in costante aumento e un clima di crescente tensione tra le parti coinvolte.

×