Affitti brevi: nuove norme in arrivo, addio al check-in e ritorno al riconoscimento de visu

Veronica Robinson

Novembre 22, 2025

Il gestore di strutture ricettive è obbligato a identificare de visu gli ospiti, una regola che non consente di limitarsi alla semplice raccolta dei documenti di identità. Questa posizione è stata recentemente ribadita dalla sentenza di Palazzo Spada, che ha anche evidenziato come l’identificazione non debba necessariamente avvenire in modo tradizionale. Infatti, si può ricorrere a tecnologie moderne come i dispositivi di videocollegamento, purché siano in grado di confermare l’identità dell’ospite in tempo reale.

Tuttavia, Palazzo Spada ha precisato che la circolare non esclude l’uso di tali tecnologie, ma si oppone a pratiche di check-in remoto che non prevedono alcun controllo visivo, come l’acquisizione di documenti senza verifica e l’invio di codici per l’apertura automatica delle porte. Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha commentato la decisione del Consiglio di Stato, affermando che essa rafforza la sicurezza e stabilisce chiaramente le regole per tutte le strutture ricettive. Piantedosi ha sottolineato l’importanza della verifica diretta dell’identità, che protegge sia i viaggiatori che i residenti delle aree più vulnerabili, sostenendo così l’operato delle forze di polizia.

Il supporto degli albergatori e delle associazioni di settore

La sentenza ha trovato un ampio consenso tra gli albergatori, con Bernabò Bocca, presidente di Federalberghi, che ha dichiarato come questa procedura possa incrementare significativamente i livelli di sicurezza, beneficiando sia gli ospiti che la comunità locale. Anche Confindustria Alberghi ha accolto positivamente la decisione, evidenziando come essa contribuisca a eliminare disparità tra le varie forme di ricettività e affronti una questione cruciale per il settore turistico: la sicurezza.

La sindaca di Firenze, Sara Funaro, ha espresso il suo accordo con la sentenza, sostenendo che il regolamento che vieta l’uso delle keybox sia una scelta giusta, poiché pone al primo posto la sicurezza e il decoro. Le associazioni di categoria hanno fatto notare che la sentenza apre alla possibilità di utilizzare strumenti tecnologici per il check-in, come videocitofoni, spioncini digitali e sistemi di verifica tramite QR code.

Le reazioni del settore e le richieste di chiarimenti

Matteo Sarzana, Country Manager Italia e Sud Est Europa di Airbnb, ha commentato che la sentenza chiarisce gli obblighi di sicurezza, riconoscendo l’uso di tecnologie moderne per l’identificazione, come videochiamate e videocitofoni online. Anche Confedilizia ha concordato con questa interpretazione, sottolineando che l’identificazione ‘de visu’ deve adattarsi ai mezzi disponibili nel 2025.

Da parte sua, Marco Celani, presidente di Aigab (Associazione Italiana Gestori Affitti Brevi), ha auspicato una convocazione urgente di un tavolo al Ministero dell’Interno per chiarire le tecnologie ammesse. Allo stesso modo, Claudio Cuomo, presidente di Aigo Confesercenti, ha richiesto un incontro con Piantedosi. Tuttavia, Lorenzo Fagnoni, presidente di Property Managers Italia, ha espresso preoccupazione per le reazioni di Federalberghi e del ministro, avvertendo che la situazione potrebbe portare a confusione nell’applicazione della circolare del Viminale.

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