Scene drammatiche si stanno consumando nel nord dell’Iran, dove un devastante incendio boschivo sta colpendo le storiche foreste dell’Ircania, un sito riconosciuto come patrimonio mondiale dell’UNESCO e una delle ultime foreste pluviali temperate rimaste sulla Terra. La notizia ha rapidamente fatto il giro dei social media, attirando l’attenzione di testate come il Times of Israel e Iranian International.
Il dottor Kaveh Madani, scienziato e già vice ministro dell’Ambiente iraniano dal 2017 al 2018, ha espresso la sua preoccupazione su X, affermando che “gli iraniani stanno perdendo un patrimonio naturale più antico della civiltà persiana”. Il suo post includeva un video dell’incendio, evidenziando la gravità della situazione.
Richiesta di aiuti internazionali
Il governo di Teheran ha lanciato un appello urgente per ricevere assistenza internazionale. Le fiamme stanno interessando le foreste che si estendono per circa mille chilometri lungo la costa del Mar Caspio, sia in Iran che nel vicino Azerbaigian. Secondo l’UNESCO, queste aree forestali rappresentano un “massiccio forestale unico” non solo per la loro antichità, compresa tra 25 e 50 milioni di anni, ma anche per la loro ricca biodiversità, che comprende oltre 3.200 specie vegetali. Un incendio era già scoppiato il 1 novembre, ma era stato domato in breve tempo. Tuttavia, il 15 novembre, le fiamme si sono riaccese con una forza maggiore, come riportato oggi dall’agenzia stampa ufficiale Irna.
Mohammad Jafar Ghaempanah, vice del presidente iraniano Massoud Pezeshkian, ha dichiarato su X che, “di fronte all’impossibilità di contenere l’incendio e impedirne la propagazione alle foreste circostanti”, il governo ha richiesto “urgente assistenza ai paesi amici”.
Interventi e cause dell’incendio
La Turchia ha risposto alla richiesta inviando due aerei specializzati nella lotta contro gli incendi, un elicottero e un team di otto esperti. Shina Ansari, responsabile dell’Organizzazione iraniana per la protezione dell’ambiente, ha annunciato che se necessario si chiederà supporto anche alla Russia. Secondo l’agenzia stampa Tasnim, l’incendio attuale sarebbe stato “causato dall’uomo”, in particolare da cacciatori nella zona rocciosa di Elit, nella provincia di Mazandaran.
Questo disastro avviene in un contesto di grave siccità che ha colpito l’Iran, la peggiore da quando sono iniziate le registrazioni meteorologiche 60 anni fa. Hossein Ali Mohammadi, direttore generale della gestione delle crisi per la provincia di Mazandaran, ha descritto l’operazione antincendio come “una delle più complesse degli ultimi anni”. Le foreste iraniane sono state inserite nella lista del patrimonio mondiale dell’UNESCO nel 2019, e l’agenzia delle Nazioni Unite sottolinea che queste aree ospitano “un gran numero di specie arboree rare ed endemiche” e sono rifugio per “numerose specie vegetali relitte e in via di estinzione”.
Le voci della protesta
La situazione ha sollevato forti critiche nei confronti del governo iraniano. Narges Mohammadi, premio Nobel per la Pace, ha dichiarato: “Le foreste dell’Ircania stanno bruciando e il regime della Repubblica Islamica, come sempre, rimane indifferente a questo disastro nazionale”. Ha aggiunto che queste foreste, considerate uno dei beni naturali più preziosi dell’Iran, stanno bruciando da oltre venti giorni senza che il governo adotti misure significative per affrontare la crisi. Mohammadi ha lanciato un appello alla comunità internazionale e alle organizzazioni ambientaliste affinché intervengano per salvaguardare la foresta.
Sui social media, numerosi video mostrano le fiamme che avanzano, mentre la popolazione locale e gli attivisti ambientalisti, privi delle attrezzature necessarie per affrontare l’incendio, stanno cercando di contenere le fiamme in solitudine.
