Il presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella, è giunto a Padova il 15 marzo 2025, per partecipare all’Annual Meeting di Medici con l’Africa Cuamm, un’importante ONG che celebra un traguardo significativo: i 75 anni di attività . L’accoglienza da parte del pubblico è stata calorosa, con un lungo applauso al suo ingresso. Durante l’evento, il presidente ha avuto modo di stringere la mano a diverse personalità , tra cui il presidente della Camera, Lorenzo Fontana, e il governatore uscente del Veneto, Luca Zaia.
Investire nel futuro dell’africa
Nel corso della manifestazione, la ministra dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, ha sottolineato l’importanza di investire in Africa, affermando che si tratta di un impegno che riguarda tutti. “Abbiamo sempre sostenuto questo concetto in modo concreto, specialmente in Mozambico, Sud Sudan ed Etiopia, dove stiamo sviluppando progetti significativi in neonatologia e pediatria“, ha dichiarato. La ministra ha evidenziato che l’approccio dell’ONG non è di operare ‘per’ l’Africa, ma ‘con’ l’Africa, per una crescita condivisa. Bernini ha anche ricordato il Piano Mattei, un’iniziativa che si riallaccia a 75 anni di impegno di Medici con l’Africa Cuamm.
Il valore della formazione per i giovani medici
Un aspetto centrale dell’incontro è stato il contributo degli specializzandi dell’Università di Padova, che partecipano ai progetti di Cuamm in Africa. La rettrice, Daniela Mapelli, ha affermato che 121 specializzandi, su un totale di oltre mille, hanno avuto l’opportunità di formarsi in contesti africani. Questi percorsi di formazione sono fondamentali, poiché consentono ai giovani medici di acquisire nuove competenze, dimostrando che “operare in paesi a basso reddito non implica praticare una medicina di qualità inferiore”.
Mapelli ha aggiunto che gli specializzandi tornano dai loro soggiorni arricchiti non solo in termini di abilità cliniche, ma anche grazie all’esperienza di lavorare in team multiculturali e multilingue. Questo tipo di formazione permette loro di affrontare situazioni di emergenza e di sviluppare una maggiore capacità di ascolto, data la scarsità di strumenti diagnostici. “Le università devono fornire competenze pratiche e formare cittadini consapevoli che la salute è un bene globale”, ha concluso la rettrice, rimarcando l’importanza di una formazione completa e integrata.
