Catherine Birmingham e Nathan Trevillion vivono una situazione drammatica a Palmoli, un comune in provincia di Chieti, dove si trovano a fronteggiare la sospensione della loro potestà genitoriale. I due genitori, che hanno scelto uno stile di vita alternativo, dedicandosi all’educazione dei loro tre figli lontano dalla frenesia della vita urbana, si trovano ora in una battaglia legale che ha attirato l’attenzione dei media e delle autorità . “Li vedo euforici in modo strano, ed è l’ansia che parla. Sono tristi e vogliono tornare a casa ed essere di nuovo un nucleo familiare”, racconta Catherine, sottolineando il dolore della separazione. Il marito Nathan, visibilmente provato, esprime la sua angoscia: “Sono distrutto. Ho visto i bambini solo per dieci minuti, il tempo di lasciare indumenti e giocattoli. Poi sono stato allontanato”. La situazione è stata complicata dalla necessità di un intervento legale, grazie al quale Catherine ha potuto trascorrere del tempo con i figli durante le fasce orarie consentite.
La difesa dell’educazione alternativa e della vita nei boschi
Catherine sostiene con fermezza la filosofia educativa della sua famiglia, che ha attirato l’attenzione delle autorità . Vivere isolati nei boschi ha portato alla sospensione della potestà genitoriale, ma per la madre questo stile di vita rappresenta una scelta consapevole. “I nostri figli non andranno in una scuola ortodossa. Continueranno a ricevere un’educazione familiare e naturale: si chiama unschooling, ti connette con la parte destra del cervello”, afferma. La coppia sta preparando un ricorso contro l’ordinanza del Tribunale dell’Aquila, mentre Nathan ha in programma di ristrutturare la loro casa in pietra, aumentando il numero delle stanze e aggiungendo un bagno a secco interno per rispondere alle preoccupazioni sollevate dai servizi sociali.
Il governo interviene: le dichiarazioni di Nordio e Salvini
La situazione ha rapidamente assunto toni politici, attirando l’attenzione del ministro della Giustizia Carlo Nordio, il quale ha affermato: “Strappare un bambino alla famiglia è un atto doloroso e grave. Dobbiamo approfondire. È prematuro esprimersi sulla procedura, ma ci saranno accertamenti profondi”. Anche il vicepremier Matteo Salvini ha espresso il suo disappunto, definendo il caso “un sequestro di tre bimbi tolti alla madre e al padre in maniera indegna, preoccupante, pericolosa e vergognosa”. Salvini ha annunciato una visita in Abruzzo e ha ribadito la necessità di una riforma profonda della giustizia, sottolineando la sua posizione critica nei confronti di giudici e assistenti sociali.
La risposta dei magistrati: provvedimento motivato
Le dichiarazioni politiche hanno suscitato una reazione da parte dell’Associazione Nazionale Magistrati, che ha difeso l’operato del Tribunale dei minorenni dell’Aquila. In una nota, l’associazione ha chiarito che l’atto si basa su valutazioni tecniche e elementi oggettivi, come sicurezza, condizioni sanitarie, socialità e obbligo scolastico. “Il provvedimento è stato adottato con finalità esclusivamente protettive”, ha affermato l’Anm. Il segretario Rocco Maruotti ha descritto l’ordinanza come “stramotivata” e ha invitato i politici a leggere attentamente i provvedimenti prima di esprimere giudizi affrettati. La situazione rimane tesa e complessa, con la famiglia che continua a lottare per riunirsi e riprendere la propria vita.
