La vicenda della famiglia anglo-australiana, residente nel bosco di Palmoli, in provincia di Chieti, ha sollevato un acceso dibattito politico e sociale in Italia. Il 5 novembre 2025, il ministro della Giustizia Carlo Nordio e la premier Giorgia Meloni hanno esaminato il caso dei tre bambini sottratti ai genitori e collocati in una casa famiglia a Vasto. La madre, pur potendo stare con i figli, ha accesso limitato. La premier, preoccupata per la situazione, sta valutando l’invio di ispettori del ministero per indagare sulla gestione del caso.
Nel frattempo, sono state avviate visite mediche per i bambini, mentre il legale della famiglia sta preparando un ricorso contro la decisione del tribunale.
Il conflitto tra magistratura e governo
La decisione del Tribunale dei minori dell’Aquila di allontanare i tre figli dalla coppia ha scatenato polemiche tra i magistrati e il governo. Carlo Nordio ha definito il provvedimento “grave”, mentre il leader della Lega, Matteo Salvini, ha denunciato il sequestro dei bambini come “indegno”. L’Associazione Nazionale Magistrati ha risposto avvertendo riguardo alla possibile strumentalizzazione del caso, sottolineando che la scelta del tribunale è basata su valutazioni tecniche relative alla sicurezza e alle condizioni di vita dei minori.
Il provvedimento risale a un’inchiesta avviata nel 2024, dopo un ricovero dei bambini per intossicazione da funghi e un controllo dei carabinieri che ha evidenziato la necessità di sospendere la potestà genitoriale. Il tribunale ha quindi deciso di collocare i bambini in una struttura protetta e di nominare un tutore temporaneo.
Il vicepremier Salvini ha definito la scelta del tribunale “vergognosa”, promettendo di seguire personalmente la situazione e di recarsi a Palmoli se necessario.
Il trasferimento dei minori
I tre bambini, una bambina di otto anni e i suoi due fratelli di sei, sono stati trasferiti in una comunità educativa a Vasto. La madre, Catherine, potrà rimanere con loro, grazie a una lunga mediazione condotta dall’avvocato Giovanni Angelucci con gli assistenti sociali e le forze dell’ordine, che si erano presentati presso la loro abitazione nel bosco.
Il luogo è stato transennato dai militari per garantire la sicurezza e impedire l’accesso ai curiosi. Una vicina ha raccontato di come, al suo arrivo, ha trovato una situazione tesa, con carabinieri e un pulmino pronto a partire. Catherine ha cercato di mantenere la calma, chiedendo ai bambini di prepararsi per il trasferimento, mentre i piccoli, pur sembrando sereni, mostrano segni di confusione.
Le motivazioni del provvedimento
Il tribunale ha evidenziato che non sussiste un pericolo per il diritto all’istruzione, ma vi è un rischio per il diritto alla vita di relazione, come stabilito dall’articolo 2 della Costituzione. Questa situazione potrebbe avere conseguenze psicologiche ed educative significative per i minori.
Il provvedimento stabilisce che l’allontanamento dai genitori è necessario a causa delle condizioni abitative ritenute inadeguate e del rifiuto dei genitori di consentire le verifiche sanitarie obbligatorie. Inoltre, l’assenza di sicurezza statica e igienico-sanitaria dell’abitazione ha contribuito alla decisione di proteggere i minori.
La posizione legale della famiglia
L’avvocato Giovanni Angelucci ha già avviato il ricorso contro la decisione del tribunale, sostenendo che nel provvedimento sono state riportate “falsità ”. Secondo il legale, i giudici avrebbero sottovalutato la situazione educativa dei bambini, che avrebbero ricevuto attestati di idoneità per il passaggio di classe.
Nathan Trevallion, padre dei tre bambini, ha espresso la sua incredulità riguardo alla decisione di separare la famiglia, sottolineando che i bambini potrebbero essere traumatizzati dalla situazione. Ha dichiarato di voler rimanere in Italia, ma ha anche considerato la possibilità di tornare in Australia con la moglie e i figli se la situazione non dovesse migliorare.
Chi sono i genitori e il loro stile di vita
Catherine Birminghan e Nathan Trevallion hanno scelto di vivere in una casa nel bosco, lontani dalla vita moderna. La loro scelta è stata motivata dal desiderio di vivere in armonia con la natura e di mantenere un legame stretto con i propri figli e animali. Tuttavia, la loro situazione è diventata oggetto di indagine dopo un episodio di intossicazione da funghi avvenuto nell’aprile 2024.
Al momento del controllo, gli assistenti sociali hanno riscontrato che i bambini non frequentavano la scuola, nonostante sostenessero annualmente un test di idoneità . La casa, priva di servizi essenziali, ha sollevato preoccupazioni riguardo alla sicurezza e al benessere dei minori.
Nathan ha descritto l’arrivo delle forze dell’ordine come un evento traumatico per la famiglia, sottolineando la loro determinazione a lottare per riunirsi. La famiglia ha dieci giorni per impugnare la sentenza e l’avvocato Angelucci ha affermato che il percorso intrapreso è necessario per tornare alla vita desiderata.
La vicenda ha già raccolto un ampio sostegno online, con una petizione che ha raggiunto oltre 31mila firme, dimostrando l’attenzione e la solidarietà del pubblico nei confronti della famiglia Trevallion.
