Si intensificano gli scontri nell’area di Rafah, nella Striscia di Gaza, dove si stima che siano asserragliati almeno 150 terroristi palestinesi. Le forze di difesa israeliane (IDF) hanno reso noto di aver ucciso o catturato tutti i 17 terroristi che, il giorno precedente, avevano tentato di fuggire da un tunnel di Hamas. Gli eventi si sono sviluppati in un contesto di crescente tensione e violenza nella regione.
Operazione delle IDF: 17 terroristi neutralizzati
Nel corso di un inseguimento durato 24 ore, le IDF hanno dichiarato di aver neutralizzato 17 terroristi palestinesi che erano emersi da un tunnel nella parte orientale di Rafah. I membri di Hamas, secondo le informazioni, tentavano di fuggire verso aree controllate dal movimento. Durante le operazioni, sei persone sono state uccise in attacchi aerei subito dopo la loro uscita dal tunnel. Inoltre, cinque sono state catturate dalle truppe della Brigata Nahal. Nella giornata odierna, i soldati hanno aperto il fuoco in due incidenti distinti, uccidendo ulteriori cinque membri del gruppo. L’IDF ha confermato che l’ultimo sospettato è stato arrestato, e i sei agenti catturati sono stati trasferiti allo Shin Bet per ulteriori interrogatori.
Impatto degli attacchi israeliani su Gaza
Dall’entrata in vigore del cessate il fuoco, avvenuta il 10 ottobre, gli attacchi israeliani hanno causato la morte di 342 civili a Gaza, la maggior parte dei quali bambini, donne e anziani. L’Ufficio stampa del governo di Gaza ha reso noto che almeno 875 palestinesi sono rimasti feriti nelle ultime sei settimane. In una dichiarazione, l’ufficio ha denunciato la “determinazione dell’occupazione” israeliana a minare l’accordo di cessate il fuoco, creando una situazione di violenza che mina la sicurezza nella Striscia. Gli attacchi hanno comportato 142 incidenti di sparatorie contro civili e hanno portato alla demolizione di 100 abitazioni e infrastrutture civili. Queste azioni sono state descritte come una grave violazione delle Convenzioni di Ginevra.
Lettera di un ex ostaggio a Donald Trump
Segev Kalfon, uno degli ostaggi liberati dalla prigionia a Gaza, ha consegnato una lettera al presidente americano Donald Trump durante una recente visita alla Casa Bianca. Kalfon ha espresso il suo apprezzamento per la leadership americana, sottolineando come, nei momenti più difficili della sua prigionia, il pensiero della “grande America” lo abbia aiutato a mantenere viva la speranza di libertà. Nella lettera, Kalfon ha parlato del sacrificio per il proprio Paese e ha rivelato che le esperienze vissute durante la prigionia lo accompagneranno per sempre, influenzando la sua percezione di sicurezza in Israele.
Hamas e la questione del cessate il fuoco
Hamas ha negato di aver informato gli Stati Uniti della fine del cessate il fuoco, come riportato da alcuni media. Izzat al Rishq, portavoce del movimento, ha dichiarato che Hamas sta sollecitando i mediatori a esercitare pressione su Israele per rivelare l’identità di un presunto miliziano di Hamas. Questo riferimento sembra riguardare un attentatore che, secondo le IDF, ha aperto il fuoco contro le forze israeliane mentre si trovava in un corridoio umanitario nella Striscia di Gaza meridionale. Al Rishq ha aggiunto che è necessario che i mediatori intervengano affinché Israele rispetti l’accordo di cessate il fuoco.
