Uomini armati hanno compiuto un attacco all’alba di venerdì 21 marzo 2025, presso la scuola cattolica mista Saint Mary, ubicata nello Stato del Niger, nell’ovest della Nigeria. Durante l’incursione, 303 bambini e 12 insegnanti sono stati rapiti, segnando uno degli episodi di rapimento di massa più significativi nella storia recente del Paese. Questo evento si colloca in un contesto di crescente insicurezza, in quanto solo pochi giorni prima, lunedì 17 marzo, un altro gruppo di uomini armati aveva preso d’assalto un liceo nello stato di Kebbi, da cui erano state sequestrate 25 ragazze.
Fuga e sollievo
Secondo un comunicato dell’Associazione cristiana della Nigeria, tra gli oltre 300 rapiti, cinquanta studenti sono riusciti a scappare dai loro aguzzini. La fuga è avvenuta tra venerdì e sabato, e i ragazzi hanno potuto riabbracciare i loro genitori. La notizia ha portato un certo sollievo alle famiglie, ma la situazione rimane critica, con molte vittime ancora nelle mani dei rapitori.
Chiusura delle scuole
A seguito di questi eventi, numerosi istituti scolastici in Nigeria hanno chiuso le loro porte per precauzione. I ragazzi e le ragazze rapiti a Saint Mary, con un’età che varia dagli otto ai diciotto anni, rappresentano quasi la metà degli studenti iscritti all’istituto, che conta in totale 629 alunni. Al momento, il governo nigeriano non ha fornito commenti ufficiali riguardo al numero esatto di studenti e insegnanti sequestrati.
Preoccupazione del reverendo
Il reverendo Bulus Dauwa Yohanna, presidente dell’Associazione cristiana della Nigeria nello Stato del Niger e proprietario della scuola, ha espresso la sua preoccupazione per le altre vittime ancora in cattività . “Anche se il ritorno di questi 50 bambini che sono riusciti a scappare ci porta un certo sollievo, vi esorto tutti a continuare a pregare per il salvataggio e il ritorno sani e salvi delle altre vittime”, ha affermato in un comunicato.
Memoria di Chibok
La Nigeria è ancora segnata dalla memoria di un altro drammatico rapimento di massa avvenuto più di dieci anni fa, quando quasi 300 ragazze furono sequestrate da Boko Haram a Chibok, nello Stato di Borno, nel nord-est del Paese. Molte di queste ragazze risultano ancora disperse.
Il richiamo alla solidarietÃ
Don Mattia Ferrari, cappellano della ONG Mediterranea e coordinatore dell’Encuentro Mundial de Movimientos Populares, ha lanciato un appello alla comunità internazionale, esprimendo preoccupazione per la situazione in Nigeria. “Seguiamo con apprensione quello che sta avvenendo, dove si trovano tanti nostri amici, fratelli e sorelle. Molti di loro hanno familiari in Italia, mentre altri li conosciamo attraverso le relazioni con le Chiese e i movimenti popolari“, ha dichiarato.
Don Ferrari ha sottolineato il clima di violenza crescente che colpisce la popolazione civile in Nigeria, evidenziando come, in diverse regioni, si stia assistendo a una vera e propria persecuzione contro i cristiani da parte di milizie armate. “Non possiamo rimanere indifferenti di fronte a queste sofferenze, che colpiscono persone innocenti, disarmate, che non desiderano altro che vivere in pace e professare la loro fede“, ha concluso, richiamando l’attenzione sulla necessità di un intervento per garantire la sicurezza e il rispetto dei diritti umani nel Paese.
