Più della metà delle diagnosi di HIV in Europa avviene in ritardo, compromettendo così la possibilità di un trattamento efficace. Secondo il report dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e del Centro Europeo per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie (ECDC), il 54% delle diagnosi è effettuato troppo tardi, con una percentuale che scende al 48% nell’Unione Europea e nello Spazio Economico Europeo. Questo documento, intitolato ‘HIV/AIDS Surveillance in Europe’, mette in evidenza una situazione allarmante.
Situazione attuale in europa
Il report sottolinea che oltre la metà delle persone a cui è stata diagnosticata l’infezione da HIV presentava una conta dei linfociti CD4 inferiore a 350 cellule/mm³. Tra queste, un terzo era già in fase avanzata dell’infezione, con meno di 200 cellule/mm³. Le diagnosi tardive si riscontrano più frequentemente tra uomini eterosessuali, tossicodipendenti e anziani, con notevoli differenze a livello geografico. La crescente incidenza di persone che convivono con un HIV non diagnosticato rappresenta una crisi silenziosa che contribuisce alla diffusione del virus.
Barriere e stigma
Hans Henri P. Kluge, direttore regionale per l’Europa dell’OMS, ha dichiarato che non si stanno compiendo sufficienti sforzi per superare le barriere legate allo stigma e alla discriminazione. Questi fattori impediscono a molte persone di accedere a un semplice test per l’HIV. La mancanza di consapevolezza e l’assenza di informazioni adeguate continuano a ostacolare la lotta contro l’infezione, rendendo necessaria una modifica delle strategie attuali.
Proposte per il futuro
In risposta a questi dati preoccupanti, l’OMS e l’ECDC hanno lanciato un appello per azioni urgenti. È fondamentale ampliare e rendere sistematici i test per l’HIV, promuovere l’accesso all’autotest e raggiungere le persone che non hanno accesso alle strutture sanitarie. Solo attraverso un approccio più inclusivo e accessibile sarà possibile ridurre il numero di diagnosi tardive e migliorare la salute pubblica in Europa.
