HIV in Italia: casi stabili, diagnosi tardive e urgenza di prevenzione

Veronica Robinson

Novembre 28, 2025

A pochi giorni dalla Giornata mondiale contro l’AIDS, che ricorre il 1° dicembre, l’Istituto Superiore di Sanità ha pubblicato i dati aggiornati sull’HIV in Italia per il 2024. Nonostante il numero di diagnosi rimanga costante, si evidenzia un aumento delle diagnosi tardive, con molti individui che scoprono di essere infetti quando l’infezione ha già raggiunto stadi avanzati. Le terapie long acting e la PrEP (profilassi pre-esposizione) si confermano strumenti efficaci per la prevenzione e il controllo dell’HIV, ma emerge chiaramente la necessità di incrementare il numero di test, fornire informazioni adeguate e garantire un accesso migliore ai trattamenti, in linea con gli obiettivi fissati da UNAIDS per il 2030.

I dati recenti sull’hiv e aids in italia

Nel 2024, il Centro Operativo AIDS dell’Istituto Superiore di Sanità ha registrato un totale di 2.379 nuove diagnosi di infezione da HIV, mantenendo un trend stabile rispetto ai 2.507 casi del 2023. L’incidenza nazionale si attesta a 4 casi ogni 100.000 residenti, risultando inferiore alla media dell’Europa occidentale, che è di 5,9 casi per 100.000 abitanti. La trasmissione del virus in Italia continua a verificarsi principalmente attraverso rapporti sessuali non protetti, sia tra eterosessuali che tra omosessuali. I dati indicano che nel 2024 quasi la metà dei nuovi casi è dovuta a trasmissioni eterosessuali, mentre poco più del 40% è attribuibile a rapporti tra maschi (MSM, men who have sex with men). Si registra anche un numero significativo di infezioni tra le persone che si iniettano sostanze stupefacenti, dove il rischio è associato alla condivisione di aghi o strumenti contaminati.

Le province di Roma, Firenze e Milano continuano a segnalare i tassi più elevati di incidenza, evidenziando il ruolo delle grandi aree urbane nella diffusione del virus. Attualmente, si stima che circa 150.000 persone vivano con infezione da HIV in Italia, con un intervallo che varia tra 130.000 e 170.000 casi.

Modalità di trasmissione del virus

La trasmissione dell’HIV in Italia è ancora prevalentemente legata ai rapporti sessuali non protetti. Secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità, il 46% delle nuove diagnosi deriva da trasmissioni eterosessuali, mentre il 41,6% è attribuibile a MSM. La restante parte è legata all’uso di sostanze stupefacenti per via iniettiva, che rappresenta il 3,8% dei nuovi casi. Le province più colpite, come Roma, Firenze e Milano, mostrano una concentrazione di casi che riflette la maggiore circolazione del virus nelle aree metropolitane. Questo scenario sottolinea l’importanza di strategie di prevenzione mirate e di campagne di sensibilizzazione per combattere l’HIV.

Diagnosi tardive: un problema persistente

Un aspetto preoccupante emerso dai dati del 2024 riguarda le diagnosi tardive. Due terzi delle persone eterosessuali e oltre la metà degli MSM scoprono di essere HIV positivi quando il loro sistema immunitario è già compromesso. Nel 2024, il 40,3% delle nuove diagnosi ha mostrato un conteggio di CD4 inferiore a 200 cellule/μL, mentre il 59,9% ha presentato un conteggio inferiore a 350 cellule/μL. La diagnosi tardiva è stata registrata nel 66,5% dei maschi eterosessuali, nel 61% delle donne eterosessuali e nel 53,2% degli MSM. Le ragioni di queste diagnosi tardive sono molteplici, tra cui la scarsa conoscenza dell’infezione e della malattia, la percezione limitata del rischio tra gli eterosessuali e l’accesso limitato ai servizi di screening gratuiti. L’Istituto Superiore di Sanità sottolinea l’importanza di aumentare la cultura della prevenzione e della diagnosi, specialmente tra i giovani e le categorie più vulnerabili.

PrEP: un metodo di prevenzione efficace

La Profilassi Pre-Esposizione (PrEP) è uno strumento fondamentale per la prevenzione dell’infezione da HIV. Attualmente, è disponibile in due modalità: quella orale, da assumere quotidianamente o “on demand”, e quella long acting, che prevede un’iniezione ogni due mesi, già utilizzata in alcuni Paesi. L’accesso alla PrEP deve essere ampliato, anche al di fuori degli ambulatori specialistici, per includere le versioni iniettabili. Questo approccio consente di ottenere un’elevata efficacia preventiva per le persone ad alto rischio, migliorando l’aderenza e la tollerabilità, e ampliando la protezione per giovani e donne.

Terapie long acting: vantaggi e prospettive

Le nuove terapie antiretrovirali long acting stanno rivoluzionando la gestione dell’HIV. Attualmente, oltre il 95% dei pazienti in terapia raggiunge la soppressione virale, trasformando l’infezione in una condizione cronica non trasmissibile. Le terapie iniettabili offrono numerosi vantaggi, come la somministrazione ogni due mesi, una migliore aderenza rispetto alle terapie giornaliere, una riduzione dello stigma e un miglioramento della qualità della vita. Questi trattamenti contribuiscono anche a ridurre il rischio di nuove infezioni.

Prospettive future nella lotta contro l’hiv

L’Italia si trova ancora lontana dagli obiettivi UNAIDS 2030, che mirano a diagnosticare il 95% delle persone HIV positive, garantire che il 95% di queste riceva terapia e assicurare che il 95% raggiunga la soppressione virale. Per raggiungere tali obiettivi, è fondamentale aumentare il numero di test rapidi e gratuiti, promuovere campagne di sensibilizzazione sui rischi e sull’importanza della diagnosi precoce, fornire educazione sessuale nelle scuole e garantire un maggiore accesso alla PrEP e alle terapie long acting su tutto il territorio nazionale.

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