Como, giovane di 18 anni salvato in ipotermia a 2.000 metri: “È stato un miracolo”

Rosita Ponti

Dicembre 3, 2025

Il 27 settembre 2025, durante la Marathon Trail Lago di Como, il giovane atleta di 18 anni, Jiri Marzi, tesserato per l’Atletica Alto Lario, è stato dato per disperso, trovandosi in una situazione critica a causa di una grave ipotermia. Per oltre un’ora, il ragazzo ha lottato tra la vita e la morte, fino a quando un intervento congiunto di diverse squadre di soccorso non ha consentito il suo salvataggio. Jiri, residente a Griante (Como), ha successivamente dichiarato: “Se sono qui è solo merito loro, quanto accaduto ha del miracoloso”, durante un incontro tenutosi a Palazzo Lombardia a Milano.

Il drammatico pomeriggio di emergenza

La giornata di sport per Jiri Marzi si è trasformata in un’emergenza estrema nel pomeriggio del 27 settembre. La Marathon Trail Lago di Como, che era iniziata regolarmente alle 8.30 da Menaggio, ha visto un repentino cambiamento delle condizioni meteorologiche, costringendo gli organizzatori a modificare alcune parti del percorso. L’ultimo avvistamento del giovane risale alle 12.30, ma il suo mancato arrivo a un checkpoint ha fatto scattare l’allerta nel pomeriggio.

Immediatamente, gli organizzatori hanno attivato i soccorsi, dando il via a una ricerca complessa in condizioni di scarsa visibilità. Alle 14.43, le squadre del Soccorso Alpino hanno iniziato a perlustrare la zona, ma il deterioramento del tempo ha reso le operazioni difficili, con visibilità ridotta sotto i 1.900 metri. Sono stati coinvolti ulteriori tecnici del CNSAS e sono decollati diversi elicotteri, tra cui l’elisoccorso di Como e il Drago dei Vigili del Fuoco, dotato di un sistema IMSI Catcher per migliorare l’efficacia delle ricerche. Con l’arrivo di nuove squadre, tra cui quelle di Dongo, l’operazione di ricerca ha ampliato la copertura dell’area.

Il salvataggio e le manovre di rianimazione

La svolta nella ricerca è avvenuta alle 18.10, quando il Drago ha avvistato Jiri sulla cresta tra il Monte Bregagno e il Sasso Bellarona, a circa 2.000 metri di altitudine. Il personale è stato sbarcato in hovering, permettendo di trasmettere le coordinate esatte. Poco dopo, è arrivata l’equipe dell’elisoccorso di Sondrio, guidata dal medico rianimatore Gabriele Aletti, che ha avviato immediatamente le manovre di rianimazione avanzata.

Jiri era in asistolia e la sua temperatura corporea era scesa a 21 gradi, una condizione compatibile con un arresto cardiocircolatorio in ipotermia prolungata. Sono state avviate compressioni meccaniche con un dispositivo Lucas, stabilizzando il giovane per il trasporto. L’elicottero è decollato verso Bergamo alle 18.40, atterrando presso il reparto di emergenza dell’ASST Papa Giovanni XXIII alle 19.01. Qui, il ragazzo è stato incannulato e alle 19.20 è iniziato il trattamento ECMO, una procedura che sostituisce temporaneamente le funzioni cardiache e polmonari, permettendo al suo corpo di riprendersi da una situazione critica.

Il riconoscimento del sistema di emergenza

Durante una conferenza stampa a Palazzo Lombardia a Milano, l’assessore al Welfare della Regione Lombardia, Guido Bertolaso, ha sottolineato l’importanza del sistema di emergenza, evidenziando come il salvataggio di Jiri rappresenti un esempio di efficienza nel coordinamento tra le diverse istituzioni coinvolte. Insieme a Jiri, erano presenti anche i membri dell’equipe dell’elisoccorso di AREU di Sondrio, tra cui Aletti e la coordinatrice infermieristica del 118, Raffaella Gianoli, insieme al professor Fernando Luca Lorini, direttore del Dipartimento di Emergenza Urgenza dell’ASST Papa Giovanni XXIII.

Bertolaso ha affermato che “è un sistema che ha funzionato in modo mirabile”. Aletti ha aggiunto che un’operazione di questo tipo richiede non solo competenze, ma anche la capacità di lavorare in sinergia. Lorini ha messo in evidenza la dedizione e la passione degli operatori, mentre Gianoli ha sottolineato l’importanza della comunicazione efficace tra le diverse equipe e il livello di preparazione dei professionisti coinvolti, frutto di una formazione continua.

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